Regia di Romano Scandariato vedi scheda film
Divertente decamerotico, svincolato dai cliché del genere e ambientato in toscana, sviluppato attorno alla figura di un falso frate attratto dalle più belle dame altolocate.
Indossare le vesti del famoso taumaturgo Frà Tazio da Velletri (Remo Capitani) permette a Sernuccio Tornaquinci (Glauco Onorato) di visitare parecchi stemmi gentilizi delle signorie di Firenze. Ospitato, in ruolo di esorcista, il falso frate inizia a "curare" le donne più belle partendo dalla moglie del gonfaloniere di giustizia Lapo dè Pazzi (Edmondo Tieghi). Monna Lisa (Christa Linder) rimane così appagata dal rito che presto la voce della miracolosa cura (e dello sfilatino) di Frà Tazio fa il giro tra le più appetibili donne altolocate, le quali fanno a gara per ottenere visita. Mentre Lapo dè Pazzi, scoperto il trucco e irritato per il tradimento, manda due balordi soldati alla caccia del frate, il vero Frà Tazio viene a trovarsi in situazioni compromettenti a causa del suo doppio "sciupafemmine".
Decamerotico, girato a Gubbio, a trama continua, ovvero non ad episodi, iniziato da Aristide Massaccesi ma poi portato a compimento del suo aiuto regista e sceneggiatore dell'epoca: Romano Gastaldi Scandariato, come già -in parte- era successo con Sollazzevoli storie di mogli gaudenti e mariti penitenti.
Realizzato verso la fine del 1972, venne solo tardivamente distribuito nelle sale (nel 1974) in un periodo nel quale il pubblico aveva già voltato le spalle al genere, e in parte a ragione dato l'inflazionanento causato dal gran numero di pellicole girate in fretta e furia e spesso poco curate.
Con Frà Tazio da Velletri non è che si vada tanto meglio rispetto alla media del filone anche se, qua e là, certe trovate (ad esempio i cambi di scena con battute a sincronicita') e la divertita interpretazione di Glauco Onorato (attore/doppiatore reso celebre da uno spot televisivo sulle pagine gialle e celebre voce cinematografica di Bud Spencer) contribuiscono a mantenere costante il ritmo del girato.
Stravagante ma riuscita appare l'idea, surreale, di inserire Dante Alighieri mentre è intento a comporre la Divina Commedia. Idea che sembra anticipare un momento simile (con Leonardo da Vinci al posto del sommo poeta) nel film con Troisi e Benigni, Non ci resta che piangere (1984).
Il tormentone del film è comunque individuato nella frase di circostanza, ovvero pronunciata dal falso frate, all'atto di esorcizzare la posseduta di turno: "Vade retro Satana!"
Pur essendo un derivato di ultima generazione (all'interno del decamerotico), in virtù dell'insolita sceneggiatura -né frammentata in segmenti, né ispirata a testi letterari- Frà Tazio da Velletri garantisce, a chi intenda prenderne visione, 90 minuti di divertente intrattenimento.
Curiosità
Il titolo del film appare, evidentemente, suggerito dal modo di dire popolare -a mò di sinonimo- utilizzato all'epoca per indicare uno sconosciuto importante, ovvero "Frà Cazzo da Velletri".
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