Regia di Alfonso Brescia vedi scheda film
Don Giovanni viene esiliato in Oriente a causa della sua fama di sciupafemmine. Fama giustificata, perchè appena arrivato a destinazione comincia a insidiare le locali fanciulle, fra le quali anche la figlia del potente e vendicativo Omar.
Farsetta sentimentale con qualche venatura erotica e un impianto da cappa e spada; in sostanza, Le calde notti di Don Giovanni è un bignamino del cinema di genere di quel periodo, realizzato senza particolare cura da un mestierante modesto quale Alfonso Brescia, uno che ha viaggiato dalla metà degli anni Sessanta alla metà degli Ottanta alle media di 2-3 pellicole sfornate all'anno. E che si tratti del solito rimaneggiamento di materiale di scarsa consistenza si vede bene: l'umorismo è leggerissimo, il ritmo claudicante e le disavventure del protagonista sono prevedibilmente orientate al beffardo lieto fine, con vaghissima morale maschilista. Sceneggiatura firmata da Arpad DeRiso e Aldo Crudo da un soggetto di Miguel Oliveros e Arturo Marcos, nell'evidente segno di una coproduzione fra Italia e Spagna; il protagonista è l'aitante austriaco Robert Hoffmann, ma la parte più sostanziosa del cast è - naturalmente, dato il soggetto - quella femminile: Barbara Bouchet, Edwige Fenech, Annabella Incontrera, Lucretia Love, Ira Von Furstenberg. Prodottino dozzinale licenziato con sufficienza, le cui uniche promesse, quelle pruriginose del titolo, non sono neppure rispettate. 2,5/10.
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