Regia di Yevgeni Karelov vedi scheda film
La trama è assai simile a quella del celebre (e successivo) Fuga per la vittoria (1981) di John Huston e ricalca un episodio verificatosi realmente durante la Seconda Guerra Mondiale e l'occupazione tedesca dell'Ucraina. Il comando della Wehrmacht organizza una partita di calcio tra una rappresentativa militare ed alcuni ex calciatori (per così dire professionisti, anche se nell'URSS il professionismo sportivo non era contemplato) di squadre ucraine di primo livello, come la Dinamo e la Lokomotiv. I prigionieri, per i quali conta prima di tutto, com'è ovvio, fermare l'invasione nazista, pensano soprattutto all'occasione che viene offerta loro per scappare. Però, una volta sul campo, pungolati nell'orgoglio, daranno il massimo per vincere la partita, a costo di firmare la propria condanna a morte (e non è una metafora). La storia racconta che "la partita della morte" del 9 agosto 1942 si concluse con la vittoria per 5 a 3 degli ucraini, i quali furono quasi tutti uccisi dai tedeschi. Il cinema ha spesso raccontato le proprie storie con maggiore ottimismo. Il difetto principale del film di Karelov è di indulgere un po' troppo ad un sentimentalismo che nel 1962 appariva già ampiamente datato. Il ritmo si alza quando la narrazione si sposta sul campo di calcio (che, con gli standard attuali, sarebbe definito un "campo di patate"), dove tuttavia le inquadrature eisensteiniane dei giocatori ricordano le interminabili cavalcate dei piccoli eroi dei cartoni animati calcistici di produzione giapponese (tipo Holly e Benji).
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