Regia di Joseph Sargent vedi scheda film
Un uomo che non crede agli dei del suo tempo e ode, forse solo nel suo cuore, la voce di un dio nuovo di cui sentiva il bisogno. Prima era un uomo giusto, da ora obbedirà ai suoi ordini, quando riuscirà ad averli. La storia è bella, non occorre fede per riconoscerlo. Ed è stata realizzata in modo appassionante e coinvolgente.
ABRAMO (1994)
Questa mattina, su TV 2000, ho visto questo film tratto dalla Bibbia e mi è sembrato bellissimo. A cominciare già dalle prime immagini, ricche di primissimi piani di due bellissimi uomini ormai vecchi i cui volti segnati dalle rughe dell'età erano divenuti vere operte d'arte: Richard Harris (Abramo) e il nostro grande Vittorio Gassmann, ultrasettantenne nella parte di suo padre benchè più anziano di lui di soli otto anni.
Poi la vicenda, nota a tutti, è stata sviluppata in modo sempre appassionante e coinvolgente: quella di un uomo che non crede agli dei del suo tempo e ode, forse solo nel suo cuore, la voce di un dio nuovo, creatore del cielo e della terra, di cui sentiva il bisogno. Prima di quel momento, era un uomo giusto. Da ora, obbedirà ai suoi ordini, quando riuscirà ad averli; e non ne dubiterà mai.
Talora lo deluderà, ritiene, quando la voce del suo dio non si sarà fatta sentire o non sarà stata sufficientemente chiara per lui.
La prima volta non attendendo con fede l'attuarsi della promessa divina di un figlio della sua carne e quindi nell'accettare il consiglio dell'amata moglie Sara (Barbara Hershey) di diventar padre giacendo con la sua giovane serva Hagar (Carolina Rosi) indotta, contro natura, al patto di disinteressarsi del figlio (Ismaele) dopo la nascita.
La seconda quando ancora seguirà il consiglio di Sara, già anziana ma ugualmente diventata per espressa volontà divina anch'essa madre (di Isacco): mandar via il primo figlio del marito e la di lui madre (peraltro anch'essi sotto la protezione divina), per evitare che in futuro ci possano essere ostacoli al destino successorio di Isacco, benchè promesso dal suo dio.
Un dio, peraltro, tutt'altro che distratto riguardo alla protezione di Abramo e della sua stirpe, che le sue promesse le aveva sempre mantenute con solerzia e interventi fondamentali, quali l'epidemia contro il Faraone (Maximilian Schell) e il suo popolo e la salvazione della famiglia di Lot (Andrea Prodan), il nipote di Abramo, quando ha distrutto Sodoma perchè in tutta la città non c'erano almeno dieci uomini giusti.
Abramo non vuol più deludere il suo dio e dunque è pronto, pur con grande sofferenza, al sacrificio di Isacco quando gli verrà espressamente richiesto, estrema dimostrazione di fede che in extremis lo eviterà.
La storia è bella, non occorre fede per riconoscerlo. E, a mio parere, realizzata sullo schermo in modo esemplare e con immagini spettacolari.
Regia (Joseph Sargent) ed interpretazioni di tutti gli attori di gran livello.
Il mio voto è molto alto: 4 stelle e mezza.
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