Regia di Armando Crispino vedi scheda film
Armando Crispino è stato una meteora nel cinema italiano, passando fra la metà dei Sessanta e la metà dei Settanta dalla scrittura (insieme ad altri) di un (bel) film di Montaldo, Una bella grinta (1965), a dirigere un insipido horror-commedia-erotico-trash dal titolo di Frankenstein all'italiana (1975), con cui chiuse la sua carriera dietro la macchina da presa. Fuori tempo massimo, qui ci consegna un Morandi canzonettaro (sebbene non si tratti di un musicarello, durante il film il protagonista continua ripetutamente a canticchiare, accanendosi specialmente su Storia d'amore del collega Celentano) e spensierato, bravo ragazzo dalla faccia pulita (e da schiaffi, appunto) per l'ennesima caratterizzazione in stile Non son degno di te. Ma i musicarelli erano ormai in declino e non solo quelli: anche la popolarità di Morandi, cantante troppo 'morbido' e sempre uguale a sè stesso, stava crollando; a dimostrazione della necessità di una svolta arrivarono infatti, proprio in quei mesi, due pellicole raffiguranti un Morandi nuovo e 'cattivo' (per quanto possibile!): Le castagne sono buone di Pietro Germi e Il provinciale di Luciano Salce. Faccia da schiaffi, a questo punto è evidente, non ha granchè da dire e ripete i soliti stanchi clichè della commedia sentimentale (e per giunta all'italiana: perchè nonostante il protagonista sia uno scapolone incallito e belloccio, tutto ciò che sogna pare stranamente essere il matrimonio e la famiglia). In particine ci sono anche Enzo Cannavale e Luca Sportelli; Laura Belli era agli esordi, poco più che ventenne, e stava per sposare Claudio Lippi. 2,5/10.
Un giovane romano che campa arrangiandosi come può raccoglie dalla strada un bambino fuggito dall'orfanotrofio. Quando si innamora di una bella ragazza, però, il piccolo manifesta tutto il suo disappunto.
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