Regia di Sergio Sollima vedi scheda film
Quando la civiltà si trasforma in una giungla, i professori si tramutano in bruti. Ma la giungla ha anch’essa una morale che non è così facile da apprendere come il premere un grilletto o il mirare al cuore di un nemico. Fantastici Volonté e Milian. Grande film.
Chissà che Sollima figlio non abbia pensato alla trilogia western del padre leggendo, e poi mettendo in scena, Suburra. C’è una linea inquietante, fatta di sangue e violenza, che lega periodi storici e luoghi profondamente diversi tra loro, come a sigillare una certa ridondanza di errori nei comportamenti umani. Quando la civiltà si trasforma in una giungla, i professori si tramutano in bruti; come il Sebastiano di Suburra, così il Brett Fletcher di Faccia a faccia. Pur con percorsi e approdi differenti (e anche interpretazioni, oserei dire), entrambi i personaggi si confondono in un mondo a loro estraneo che li risucchia nel vortice di violenza e li intrappola. Brett osserva le leggi del selvaggio, rimane affascinato dalla sensazione di potere che può dare un’arma tra le mani, impara ad amare la morte e ad odiare il senso di colpa. Ma la giungla ha anch’essa una morale che non è così facile da apprendere come il premere un grilletto o il mirare al cuore di un nemico; e a differenza di Sebastiano, che sporcandosi le mani acquisisce il pass per le porte dell’inferno, Brett ha un pegno da pagare e un destino da affrontare, perché l’inferno non è ancora giunto nel suo mondo. In fin dei conti, Brett Fletcher ha solamente sbagliato epoca.
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