Regia di Carlo Croccolo vedi scheda film
L'esordio alla regia di Carlo Croccolo è con questo spaghetti western scarsino in contenuti e ancor meno interessante dal punto di vista della forma; la direzione del lavoro - compresa quella degli attori, fra i quali compaiono molte seconde e terze linee - è pasticciata e la sceneggiatura (opera dello stesso Croccolo e di Fabrizio Diotallevi) appare brutalmente, crudamente artificiosa. Nel senso che tutta la trama è montata in maniera schematica e anche le presupposte sorprese o scene madri finiscono per non meravigliare nessuno: un pistolero buono che parte alla ricerca del nemico, animato da spirito di vendetta; un compagno di avventure di colore; uno strumento poco tradizionale come arma (qui la frusta); un 'cattivo' non convenzionale (una donna); un gran finale con duello doveroso e trionfo dei nostri eroi. Tutto già visto in un filone che, da sette anni a questa parte, era stato ormai sviscerato in ogni modo dai più disparati registi e ibridato con quasi qualsiasi altro genere; di certo non rappresentano novità alcuna i siparietti comici del personaggio che Croccolo riserva a sè stesso, balbuziente e sfortunato sceriffo vessato da tutti gli abitanti del paese. Curiosamente il personaggio centrale della pellicola (interpretato dal non impeccabile Luciano Stella/Tony Kendall, già noto frequentatore dello spaghetti western) si chiama Santana, come il chitarrista già famoso all'epoca; altri nomi nel cast: Marina Malfatti/Marina Mulligan, Monica Miguel, Mimmo Palmara/Dick Palmer. Croccolo - sempre con il nome di battaglia di Lucky Moore - si cimenterà immediatamente di seguito nella sua seconda regia, con un lavoro analogo: Black killer. 2,5/10.
Il pistolero Santana, sopravvissuto a una strage, va a caccia dell'uomo che l'ha causata. Non fatica a trovarlo, ma con grande sorpresa scopre che il bandito è in realtà succube di un 'capo' ancora più violento e crudele di lui.
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