Regia di Spike Lee vedi scheda film
Un affresco corale vigoroso, potente e privo di retorica, ma anche un efficace apologo sul razzismo coronato da due o tre scene indimenticabili e popolato da una moltitudine di personaggi memorabili interpretati magistralmente da tutti gli attori. Strabiliante padronanza del mezzo cinematografico. Voto 8,5
Siamo alla fine degli anni ‘80, a Brooklyn, in una delle tante pizzerie italoamericane che dispensano pizza al taglio per i quartieri popolari. Un ragazzo afroamericano, aspirante regista senza un soldo per il fallimento del suo precedente film, consuma la sua pizza e, nel frattempo, prende appunti sui clienti che entrano ed escono dal locale. Da qui nacque Fa’ la cosa giusta, opera di grande importanza sociale, che vede uno Spike Lee poco più che trentenne affrontare di petto la questione razziale negli Stati Uniti d’America. L’autore afroamericano illustra, con sguardo lucido e provocatorio, la vita quotidiana nei quartieri popolari di Brooklyn, analizzando in particolare le interazioni e le dinamiche tra i vari personaggi. Da questa premessa, il regista imbastisce gradualmente, per tutto il corso della pellicola, una preoccupante corrente di odio e violenza (sia verbale che fisica) che avvelena incessantemente le strade di New York, popolate da perdigiorno e lavoratori, vagabondi e spacciatori di ogni etnia, sempre pronti a esaltare e rivendicare in maniera ostentata la propria cultura ma, al contempo, diffidenti alla convivenza con il diverso e reticenti all’approccio con culture differenti, che vengono ferocemente declassate e semplificate in una serie di stereotipi. Il merito di una rappresentazione così consapevole della materia trattata va attribuito sicuramente a una padronanza davvero strabiliante del mezzo cinematografico: una sceneggiatura infallibile, dei dialoghi efficaci, una fotografia sgargiante e saturata, un montaggio serrato, il ruolo fondamentale che svolge la musica (in cui spicca il brano Fight the Power dei Public Enemy), una impeccabile cifra stilistica: sono tutte componenti fondamentali di un affresco corale potente, vigoroso e privo di retorica, coronato da due o tre scene indimenticabili e popolato da una moltitudine di personaggi memorabili (interpretati da un cast d'attori in stato di grazia), che raggiunge il suo culmine nello sconvolgente finale, simbolo di profondo sconcerto e impotenza, con le dichiarazioni di due tra le figure più importanti nella cultura afroamericana di tutti i tempi: Malcolm X e Martin Luther King. Nonostante le filosofie di vita diametralmente opposte, entrambi ci invitano a prendere posizione, a non rimanere indifferenti, a fare la cosa giusta.
Non ci sono commenti.
Ultimi commenti Segui questa conversazione
Commenta