Regia di Spike Lee vedi scheda film
Fa' la cosa giusta è il 4 lungometraggio di un allora 32 Spike Lee -del 1989- film potente ed energico in cui il regista non si risparmia, realizzando un'opera monumentale sul razzismo; presentato a Cannes non vinse l'ambito premio suscitando lo sdegno di alcuni critici tra cui lo stesso regista che si offese per il poco interesse mostrato nel suo film (lo conosciamo bene, Spike è un'anima irrequieta, sempre in lotta con il mondo......)
L'opera di Lee (che lo lanciò definitivamente tra l'olimpo dei registi d'autore a stelle e striscie) può essere vista quasi come un documentario, la retorica viene lasciata a casa, il regista propone uno sguardo altamente realista (lo si può intuire benissimo dai numerosissimi dialoghi alquanto vivaci e poco "borghesi") scegliendo come location il quartiere di bedford Stuyvesant, cuore della cultura afroamericana a Brooklyn.
Spike Lee ci presenta numerosi personaggi, tutti interessanti (il cast è davvero ricco, tutti offrono performance memorabili, dal grande Aiello per passare a Turturro fino ad arrivare a lo stesso Lee oppure l'eclettico Buggin Out interpretato da Giancarlo Esposito), in cui è possible effettuare subito una riflessione, nessuno dei soggetti su schermo è perfetto da Sal fino ad arrivare a Mookie il quale proprio alla fine non ha fatto la cosa giusta scatenando una rivoluzione folle che ha portato alla distruzione dell'unico luogo in grado di unire diverse comunità.
«Gente mia, gente mia, cosa posso dirvi? cosa posso dirvi? ho visto, ma non ho creduto. Non ho creduto a quello che ho visto. Riusciremo mai a vivere insieme? insieme riusciremo mai a vivere?» Mister Senor love daddy (Samuel L. Jackson).
Tecnicamente il lavoro di Lee è magnifico, il regista è ancora giovane tuttavia inserisce tecnicismi degni di nota, tra cui il dutch angle (l'angolo olandese: ripresa "inclinata"), in particolar modo nel finale, utile ad evidenziare il disagio sociale aumentando la tensione tra Sal e l'accoppiata Buggin Out/radio Raheem; inoltre davvero uniche le "false interviste" dove i vari soggetti rompono la 4 parete, iniziando dei brevi monologhi colmi di odio, razzismo e luoghi comuni.
Detto questo il messaggio del film è chairissmo: l'odio/razzismo porta alla distruzione totale del singolo e della società............
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