Regia di Spike Lee vedi scheda film
Neri contro bianchi, bianchi contro neri. Questa è la prima - chiaramente sbagliata, se la si intende come un inevitabile conflitto partigiano - impressione che rimane del film, considerato pietra miliare della carriera di Spike Lee, suo primo grande lavoro e per molti anche il migliore in assoluto. Ma la citazione finale di Malcolm X (giustificazione della violenza come 'autodifesa': concetto alquanto arbitrario) lascia aperto qualche dubbio di troppo. Resta di fatto che certamente Fa' la cosa giusta è un lavoro spinto da intenzioni di sottile critica sociale e schierato verso la neutralità, la solidarietà, il melting pot; il finale però apre all'amarezza, pur rappresentando una scena reale, perfettamente e tristemente credibile (la storia nasce ispirandosi a fatti realmente accaduti, del resto). Il razzismo cova come un fuocherello sempre acceso sotto la cenere per un'ora e mezza di chiacchiere, battibecchi, vita di strada e personaggi caratteristici di quartiere: nell'ultima mezzora deflagra quindi come un devastante ordigno, trovando una vittima da sacrificare nel nome dell'intolleranza e dell'incomprensione reciproca.
Brooklyn, quartiere nero newyorchese; è un'afosa giornata estiva, i ragazzi si riversano in strada e tutto pare tranquillo. La musica rap da un'enorme radio portatile di un ragazzo infastidisce il pizzaiolo italiano della via, finora rispettato dalla comunità nera: scoppia una rissa, arrivano le forze dell'ordine e la situazione degenera in un vero e proprio tumulto. Ci scappa il morto: il ragazzo della radio.
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