Regia di Robert Siodmak vedi scheda film
In una cittadina del New England, l’ultimo rampollo di una famiglia rovinata dalla crisi del 1929 ha rinunciato ad avere una vita propria e tira a campare facendo il disegnatore in un’azienda tessile: ha a suo carico una sorella maggiore, vedova, e una minore, tanto morbosamente attaccata a lui da mandargli a monte il matrimonio con un’emancipata newyorkese; il groviglio di passioni sembra venire districato da un beffardo gioco del caso, e invece perdura anche oltre la morte. Va sottolineata l’ambientazione nell’imponente villa familiare, che grava con il peso del passato sulle esistenze dei suoi abitanti: non a caso Geraldine Fitgerald fa di tutto per non abbandonarla, sentendo che altrimenti perderebbe la propria identità. Purtroppo poi arriva un finale (o meglio un’appendice, a tal punto è posticcio) insensato, che rovina tutto. Peccato: con un po’ più di coraggio poteva venire fuori qualcosa di abbastanza simile a L’orgoglio degli Amberson, come suggeriva il titolo alternativo La fine della famiglia Quincy.
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