Regia di Norman Jewison vedi scheda film
"F.I.S.T." è forse uno dei film più significativi e appassionati del cinema americano anni '70. Con un occhio alla spettacolarità ma anche viscerale e genuino, trascinante, pur nell'interno dell'industria(MgM). Jewison davvero un abile confezionatore e dotatissimo narratore per immagini. La sceneggiatura(nella novelizzazione pubblicata anche in italiano dello stesso con Stallone, è molto più estesa la parte da lavoratore nella "Fossa" di Kovak, prima di incontrare Flanagan e il sindacato) di Eszterhas fa però almeno il 60%, pagine quasi da grande letteratura della Grande Depressione, pure troppo alata per la corrente sceneggiatura hollywoodiana media. Stallone nella sua migliore interpretazione di sempre, drammatica e poi con un'altra spinta ancora data dal periodo post-trionfale di "Rocky" e in cerca della seconda conferma, senza maniera e personaggio costruito di sè stesso, giovane, affamato e grintosissimo fino al messianismo, come si conviene al carattere di Johnny Kovak/Jimmy Hoffa.
Bill Conti è nel suo periodo zenith, romantico e trionfale assieme. Gran film, un semi-capolavoro, John Ford di "Furore" incontra il cinema della Nuova Hollywood anni '70 al suo meglio, ancora capace di coniugare la dovuta spettacolarizzazione con un anelito genuino e di sincera, spontanea partecipazione. Fotografia e montaggio, costumi scenografie, da Oscar. Quello maggiormente credibile, di allora.
Non fu un successo commerciale come la precedente collaborazione di Robert Chartoff e Irvin Winkler con Stallone, e messo assieme alla non eccezionale risposta di pubblico all'abbastanza glorioso "Taverna Paradiso", che Stallone potè dato l'enorme credito guadagnato pure dirigere, portò lo stesso ad assecondare l'"obbligato" "Rocky II", che pare non volesse fare perchè in quella fase iniziale di carriera non convinto dei "sequel". Più difficili da realizzare per essere all'altezza delle enormi aspettative date da un film precedente del genere, che spesso anche delle storie tratte da una prima nuova e originale, sceneggiatura. Col sennò di più se non altro ironico, per una carriera poi basatasi in grandissima parte proprio sui sequel.
John Nada
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