Regia di Pasquale Squitieri vedi scheda film
Un film che mostra bene una Napoli ottocentesca stretta tra criminalità e voglia di redenzione, con un trio di protagonisti (Franco Nero, Fabio Testi e Claudia Cardinale) in grado di risollevare anche qualche incertezza narrativa e qualche eccesso di semplificazione
Pasquale Squitieri con "I guappi", se da un lato regala un ritratto vivido e molto realistico della Napoli ottocentesca, dall'altro segue un registro tutto sommato distaccato nell'affrontare la tematica cardine del film: il rapporto tra la camorra ed il tessuto urbano cittadino, quello fatto sì di gente onesta ma anche di pericolose commistioni come nel personaggio dell'avvocato Bellizzi, ex scugnizzo che cerca il riscatto sui libri di diritto, o il poliziotto integerrimo che in realtà ha nascosto i propri trascorsi di una precedente affiliazione alla criminalità. E cosi' appare compito arduo riuscire a lasciarsi alle spalle le dinamiche criminali, con commistioni anche massoniche, e scegliere una via di redenzione definitiva (ed il bel finale ne è l'esempio più lampante di come da certi gangli criminali non si riesca mai veramente ad uscire). Forse qualche perplessità lascia la scelta di dare i due ruoli di protagonisti principali ad attori poco connotabili, per provenienza ed aspetto fisico, con due guappi (i due comunque ottimi Franco Nero e Fabio Testi), meno dubbi lascia invece la stupenda Claudia Cardinale nel duplice ruolo di ex prostituta ed amante del boss di quartiere. Il sospetto è che la scelta di personaggi poco "napoletanizzati" sia comunque voluta, quasi a spostare tutto il peso dell'attenzione non sugli aspetti più macchiettistici ma sul complesso rapporto tra giustizia e criminalità, intento tutto sommato raggiunto.
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