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The Scary House

Regia di Hirobumi Watanabe vedi scheda film

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La recensione su The Scary House

di alan smithee
6 stelle

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The Scary House (2025): scena

27 FEFF - FUORI CONCORSO

"-Ecco la chiave... non morire eh!?!"

Da Otawara, nella prefettura di Tochigi, il pingue e sornione regista Watanabe Hirobumi si ritrova a Tokyo, convocato da una produttrice che appurato che il suo interlocutore non sopporta il genere horror, pochi problemi si pone nell'affidargli l'incarico di stabilirsi presso una casa di un borgo periferico-rurale, per andare a soggiornare e filmare momenti di vita domestica all'interno di una casa arredata, caotica, disordinata, quanto disabitata.

Una casa che, a detta di molti, è infestata dai fsntasmi. Per soldi, Watanabe avrebbe accettato anche a proposte ancora più bizzarre.

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The Scary House (2025): scena

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The Scary House (2025): scena

Recatosi in loco, il regista scoprirà che nulla è così banale o semplice come poteva sembrare, e, tra rumori misteriosi e sinistri, e interventi di uno strano ed inconcludente vicino, e di una sedicente medium, la volontà di darsela a gambe nonostante il caché intascato, è davvero irresistibile.

I Watanabe bros., autori di un cinema a budget ridottissimo, ampiamente e beffarda ente autocitazionista, sconclusionato ed umoristico che spazia tra i generi senza perdere il suo scanzonato taglio documentaristico, approda ora sulla soglia del cinema di genere.

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The Scary House (2025): scena

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The Scary House (2025): scena

 

Risate assicurate, candore e spudoratezza che paiono improvvisati, ma invece sono frutto di uno stile collaudato che vede Hirobumi impegnato a dirigere e spesso a recitare ruoli chiave, mentre il fratello musicista interviene occupandosi del sound, a partecipando ogni volta (anche ora, seppur in un ruolo-cameo) come attore non protagonista.

I Watanabe sono così e non si può fare altro che prenderli così, o al contrario tralasciarli.

Questa ultima piccola opera giunta al FEFF 27 in anteprima, conferma il duo come una coppia di talenti bizzarri e spiritosi, forse non più esplosivi come invece appariva solo pochi anni fa con altri cineasti folli ed indipendenti come il sagace e impertinente Quentin Dupieux.

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