Regia di Giuliano Carnimeo vedi scheda film
Spaghettino western di seconda fascia, quanto a contenuti, ma strutturato attorno a un cast artistico e tecnico di primo livello. Scritto e sceneggiato da Enzo Barboni, fresco reduce dal successo de Lo Chiamavano Trinità, si tratta di una via di mezzo tra un western parodistico e uno serioso con elementi ereditati dalla serie Sartana (Gianni Garko e la sua Derringer, usata con capacità da prestigiatore nonché interpretazione di un personaggio che non va mai in difficoltà e che appare sempre quando si deve sparare) e anticipazioni del successivo film di Barboni ovvero E poi lo Chiamarono il Magnifico (abbiamo due giovani personaggi dal fare nobiliare che poi si convertono all'uso delle pistole). Il plot è ridotto all'osso e ricalca gli stilemi tipici dei primi spaghetti-western ovvero quelli dei bulli (tra i quali lo sceriffo e altri insospettabili) che intendono riscuotere il pizzo dagli allevatori. Ovviamente ci sarà chi si ribellerà alla pratica con conseguente regolamento dei conti. Barboni introduce come diversivo la presenza di un carico di denaro nascosto dai bulli (è l'intero ammontare di denaro estorto agli allevatori) e ricercato dai rivoltosi, ma anche da due pistoleri (Garko e Berger) che, loro malgrado, si troveranno a far finta di fronteggiarsi con l'intento di usare rivoltosi e bulli per farli eliminare a vicenda e strappar via il bottino. Epilogo in salsa Castellari (il riferimento va a Vado... L'Ammazzo e Torno). Niente di nuovo dunque, piacerà agli appassionati dei western di Carnimeo che gira alla stessa maniera della saga Sartana scandendo un ottimo ritmo e ricercando inquadrature bizzarre.
Ottime le interpretazioni e le caratterizzazioni dei personaggi (non mancano caratteristi con look pittoreschi, su tutti Pazzafini). Memorabile la colonna sonora di Nicolai. Voto: 5.5
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