Regia di Renzo Arbore vedi scheda film
Il mio scheletro nell'armadio preferito.
Che poi uno si sforza di fare l'impegnato, riprende in mano le sceneggiature di Bergman alla ricerca del senso della vita, sarebbe capace di distruggere qualsiasi emaciato portatore della parola di Dio citandogli il Decalogo di Kieslowski.. Poi, allo specchio, di fronte ad una nuova piccola escrescenza, gli viene in mente l'uomo Cloaca ed il suo personalissimo modo di risolvere il problema.
Uno considera l'Italia una ed indivisibile, elimina i regionalismi; poi vede la nebbia di Milano ed i panettoni e pensa alla napoletanite di Lucia Canaria, malattia certamente più diffusa di quanto lascerebbe supporre l'odio per i luoghi comuni.
Dite che è grave conoscere a memoria le battute di questo film? Quanti cineforum dovrò battere prima di rifarmi una verginità?
E sì che Arbore è un regista nefasto: montaggio balbuziente, raccordi di astrale nonsense, doppiaggio orrorifico. Eppure la voce roca del cafonissimo manager Only You (alias Caporetto o viceversa, boh..) riporta al cazzeggio dei 14 anni, alla volontà incontaminata di osare l'inosabile, di dire l'indicibile, di sfidarsi a suon di puttanate senza capo, collo, coda.
Se siete tristi, immergetevi in questo pozzo nero della libertà di cazzata. A volte può far bene.
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