Regia di Valeria Bruni Tedeschi vedi scheda film
Come per i film di Woody Allen, anche questo debutto registico della Bruni Tedeschi è un aprirsi alla macchina da presa, il tentativo di mostrare sè stessa in tutte le proprie sfumature, senza cedere al rischio dell'autobiografia. Le pause, le sospensioni, le espressioni ingarbugliate ed enigmatiche: due ore con una donna che, attraverso la messinscena di se stessa, diventa vera agli occhi dello spettatore e allo stesso tempo esiste solo in funzione del suo essere oggetto di una narrazione cinematografica.
Ambizioso ed imperfetto, a tratti geniale.
Piacevolmente irritante.
Meravigliosa. Non ci sono altre parole.
E' sempre rischioso per un attore mettersi davanti alla macchina da presa; non sappiamo se l'essere protagonista assoluta ha aiutato Valeria o le ha reso il compito ancora più difficile. Certo è che, a parte qualche cedimento dovuto alla lunghezza forse eccessiva del film, alcune trovate sono straordinarie, soprattutto per quel che riguarda le numerose sequenze oniriche.
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