Regia di Valeria Bruni Tedeschi vedi scheda film
Un autobiografia filmata in 16 mm.Se non fosse per la complessità di questa curiosa opera prima potrebbe trattarsi di uno di quei filmini di famiglia che tediano parenti e amici nelle serate estive dedicate al barbecue.E si capisce subito che da buona italiana trapiantata in Francia il film che ne è venuto fuori è molto più vicino alla sensibilità del cinema francese piuttosto che a quella del cinema italiano e non solo per l'ambientazione parigina.Si situa in quel cinema che ambisce a essere popolare senza troppi deliri autoriali,quel cinema "medio" che in Italia è quasi completamente inesistente.Abbiamo la storia di una ragazza molto ricca,di sua sorella anche lei bella e di successo,di una madre a cui cerca di stare vicino(ed in un impeto di metacinematografia per la parte scrittura la propria vera madre) e un padre ,vecchio industriale torinese ormai sul letto di morte.Un inattesa eredità miliardaria(in franchi francesi) la fa precipitare in una crisi profonda.E'tempo di sunti,di consuntivi e la nostra protagonista cerca di riconciliarsi col suo passato(fatto di incomprensioni e dissapori con la sorella,anche se permane l'impressione che comunque si mal sopportino e di ex mariti e fidanzati che appaiono e scompaiono nella sua vita alla velocità della luce),cerca di ottenere una sorta di lasciapassare religioso per stare a posto con la sua coscienza(le continue confessioni con un prete che alla fine le dice che è un sacerdote e non uno psicanalista e il richiamo dato dal titolo sul cammello che passa più facilmente nella cruna di un ago piuttosto che un ricco ottenga il free pass per la vita eterna).E'un film ricco della sensibilità dell'attrice che parla di se stessa e della sua famiglia senza neanche l'uso di molte metafore,dallo stile bizzarro e sincopato,con la presenza di curiosi cartoni animati a inframezzare la narrazione.A dir la verità non c'è una trama organica o una vicenda raccontata,sono vari episodi che compongono e ricostruiscono la poliedricità dell'artista.E'piacevole vedere che Valeria Bruni Tedeschi non si comporta egoisticamente davanti alla macchina da presa(pur se protagonista la macchina da presa è molto generosa con gli altri attori evitando l'autocompiacimento)e che comunque è un opera dotata di forte personalità,percorsa da un ironia surreale con qualche punta di acredine.E comunque,da ragazza sempre vissuta nella bambagia della ricchezza non si autoassolve.Di grande cattiveria il finale che si richiama al titolo:la bara del padre che deve essere portata in Italia con l'aereo privato non passa in alcuna maniera dal portello....
prova ricca di personalità
davanti alla macchina da presa è frivola e leggera
più bella e più brava del solito
non male
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