Regia di Steno, Mario Monicelli vedi scheda film
Riuscito adattamento di una commedia teatrale di successo firmata da Marcello Marchesi con uno scoppiettante Tino Scotti, sempre magnificamente sovra-eccitato e iper-attivo. La trama, frammentata ed episodica, come l'originale teatrale, non sempre funziona e specialmente nel finale si scivola nella noia. Alcuni momento rimangono di grande effetto comico sopratutto le sene con il pestifero e vizziatissimo figlio del "cummenda" (il piccolo ha cinque anni ma ciò non gli impedisce in una scena lo vediamo addirittura giocare a poker, bere vino e fumare una sigaretta) e la strampalata città sotterranea dove vive il protagonista assieme ad altri sfollati della seconda guerra mondiale. Il film è anche pieno di battute e riferimenti a eventi di cronaca dell'epoca, non sempre di facile interpretazione oggi: un esempio su tutti le reiterate battute su "gli svedesi che sanno giocare a calcio" (riferimeto a Gunnar Nordahl celebre attaccante del Milan).
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