Regia di John Woo vedi scheda film
In questo inizio di secolo ci troviamo a fare, e lo sarà sempre di più, i conti con la memoria. Un po’ perché la razza umana non è mai stata tanto longeva quanto oggi e quindi soggetta ai problemi dell’invecchiamento, un po’ perché il reale è sempre più complesso e denso, e per analizzarlo e trattenerlo nella nostra mente dobbiamo appoggiarci sempre di più sulla tecnologia. Su questi problemi la letteratura è arrivata prima del cinema, si pensi a Oliver Sacks e appunto a Philip K. Dick, che da versanti molto diversi si sono soffermati sulla memoria come fonte espressiva. Da un discreto romanzo di Dick, arriva appunto il film di John Woo, Paycheck, in cui un brillante scienziato affitta la sua mente a imprenditori senza scrupoli, i quali poi operano cancellazioni selettive dei suoi ricordi, onde evitare che rivenda le preziose informazioni. Ma un giorno lo scienziato scopre di essere stato ingannato, sebbene lui si sia cautelato mandando a se stesso dal passato venti insignificanti oggetti: chiavi risolutive che, una ad una come le molliche di Pollicino, gli consentiranno con perfetto sincronismo di salvare la sua vita e non solo. John Woo sembra proprio volersi goderne il sole della California mettendo a frutto anni di onorata carriera. Gli squarci degli stilemi per cui andava giustamente famoso irrompono qua e là in un panorama dominato dall’inespressività di Ben Affleck, grande giocatore d’azzardo nella vita, ma anche attore azzardato. Tutto scorre abbastanza monotono e scontato, e forse il primo a dolersene sarà proprio il povero Dick, che aveva previsto il futuro ma non ha vissuto abbastanza per godersi il frutto di questa preveggenza.
Non ci sono commenti.
Ultimi commenti Segui questa conversazione
Commenta