Regia di Peyton Reed vedi scheda film
Un divertissement brillante e scanzonato , che può diventare un’ottima pausa rilassante per una serata non proprio al top questa godibilissima rivisitazione della commedia rosa di una lontana e gloriosa stagione da tempo tramontata. Giustamente aggiornata ai tempi nostri, tutto è però colorato e conforme come allora (ed è questo il suo bello).
Bisogna ovviamente “accettare di stare al gioco” per riuscire ad apprezzare questa “intelligente” rivisitazione di un genere e di una modalità ormai lontana di fare cinema… altrimenti credo che l’indice di gradimento non potrà che essere di sufficienza. Le citazioni abbondano (ma non sono mai gratuite): una summa “ragionata” della commedia rosa di una indimenticabile “stagione” da tempo tramontata, anche come “stile”, ma il tutto aggiornato ai tempi, reso “arcaicamente moderno” insomma nello spirito e nel senso (basti verificare come viene utilizzato lo split screen, con intenti di pruderie “sessuali” ironicamente avvertibili, gustosissime quanto esplicite, ma mai volgari)…. Dunque siamo dalle parti de “Il letto racconta” (anche come plot narrativo): tutto è colorato e conforme come allora, la storia è similare, gli interpreti “ammiccanti” all’epoca ma con “stuzzicante” distacco: leggermente sopra le righe come necessario ma “criticamente” coscienti di ciò che sono chiamati a rappresentare (soprattutto la Zellweger che per una volta può dispensare a piacimento mossettine e birignai senza risultare stucchevole, è una perfetta “imitazione ragionata” della Doris Day degli anni d’oro, né le sono da meno le sorprendenti doti da commediante di Ewan McGregor, capaci a loro volta di rinverdirne i fasti con i giusti tempi e le necessarie coloriture: fra i tanti momenti “topici” vorrei ricordare a titolo esemplificativo di ciò che intendo, la deliziosa “preparazione” incrociata all’incontro serale sulle note di “Fly me to the moon”). Analogamente efficace la “coppia alternativa” rappresentata con graffiante perspicacia da David Hyde Pierce e Sarah Paulson. Insomma un classico canovaccio fra equivoci, sostituzioni di persona e tutto ciò che è necessario mettere in pista per vivificare un racconto fatto di “nulla” e farlo durare la canonica ora e mezzo senza affaticamenti o cadute nella noia, modernizzato al punto giusto, ma senza snaturarlo troppo (l’equilibrio e il giusto dosaggio degli ingredienti ben amalgamati fra loro, sono proprio gli elementi che rendono piacevole l’impatto). Niente di eccezionale naturalmente, né tanto meno di “necessario” e importante: un divertissement brillante e scanzonato senza “eccessi stravolgenti”, che può diventare una inaspettata pausa rilassante “scacciaproblemi” per una serata non proprio al top quando insomma vedi tutto nero (e per me l’effetto è stato proprio questo: l’ho gradito come non immaginavo potesse accadere, visto la mia “allergia” al genere…) A volte evidentemente i miracoli accadono e basta davvero poco per invertire una tendenza “disastrosa” dei pensieri… Non posso allora che essere grato a colori, musiche, regia, e attori, di questa scoppiettante pellicola girata come un musical, per essere riusciti a rasserenarmi un poco con i loro scontatissimi “rincorrersi” vero l’inevitabile “lieto fine”...
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