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Hellraiser: Hellseeker

Regia di Rick Bota vedi scheda film

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La recensione su Hellraiser: Hellseeker

di undying
7 stelle

Dopo Hellraiser II, il miglior sequel della serie, che viaggia spedito per la sua strada allontanandosi dal mondo surreale creato da Clive Barker.

 

locandina

Hellraiser: Hellseeker (2002): locandina

 

Trevor (Dean Winters), sposato con Kirsty Cotton (Ashley Laurence), durante un viaggio in auto (assieme alla moglie) ha un terribile incidente, concluso nelle acque di un lago. Il corpo di Kirsty scompare nelle gelide acque, mentre Trevor sopravvive. Sconvolto e ossessionato da incubi, viene indagato per l'omicidio della moglie, mentre soffre di una grave amnesia che gli impedisce di ricordare con precisione il passato. Lentamente, Trevor ricorda di non essersi comportato come un marito modello, soprattutto per avere, in più occasioni, tradito la moglie.

 

"Cosa trovi più esilarante, Trevor: piacere o dolore? Personalmente io preferisco la sofferenza."(Pinhead)

 

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Il sesto Hellraiser, il migliore - ad oggi - dei seguiti, ha ancora (contrariamente a quanto ci si possa attendere) parecchie cose da raccontare; lo fa con gusto, con una raffinatezza e una cura del dettaglio che accarezza sempre il lato malinconico dello spettatore, qui costretto ad identificarsi nello sventurato/predestinato Trevor, personaggio perdente e non consapevole della realtà che lo circonda. Non conosce le persone vicine (Kirsty, elemento di continuità che rompe con il passato) o meglio le vede nell'ottica sbagliata.

 

Hellseeker-Pinhead

 

Esordio in regia per Rick Bota, dopo un lungo trascorso come cineoperatore e destinato a dirigere anche i  successivi (molto meno riusciti) Hellraiser VII - Deader e Hellraiser VIII - Hellworld. Bota, dopo aver diretto tre film della serie (destinati esclusivamente all'home video), è poi rimasto coinvolto come cineasta solo al servizio di serie televisive. Nel caso di Hellseeker si è trovato tra le mani la bella sceneggiatura di Tim Day e Carl V. Dupré, qui all'opera nel tentativo di raccontare una storia che esula dal contesto specifico, con i personaggi creati da Clive Barker ridotti a comparsa (forse anche forzata) e confinati in secondo piano rispetto a un racconto dai risvolti verosimili e agghiaccianti.

 

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"Chi cade in peccato è un uomo; chi se ne duole è un santo; chi se ne vanta è un diavolo." (Thomas Fuller)

 

Clip

 

F.P. 31/01/2021 - Aggiornamento della recensione pubblicata in precedenza su Il davinotti

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