Regia di Giorgio Ferroni vedi scheda film
Un bambino viene adottato da una coppia senza troppi scrupoli; tanto è vero che presto il piccolo viene venduto a un suonatore girovago. Questa nuova vita favorirà però l’incontro con la sua vera madre, ma…
Girato a Salò nel 1944, Senza famiglia vede la luce soltanto a seconda guerra mondiale conclusa, nel 1946; si tratta della prima trasposizione in Italia – mentre in Francia era già successo più volte – del romanzo omonimo (Sans famille, 1878) di Hector Malot. Se Giorgio Ferroni all’epoca era solamente un valido mestierante cresciuto alla scuola di Carmine Gallone, di cui fu assistente per qualche regia, la vera e propria star, per quanto inattesa, di questa pellicola è da considerarsi il piccolo Luciano De Ambrosis, sette anni appena ma già un ruolo da protagonista di tutto rispetto ne I bambini ci guardano (1943) di Vittorio De Sica. De Ambrosis, nota a margine, proseguirà la carriera attoriale per qualche anno, virando poi verso il doppiaggio, nel quale otterrà i suoi maggiori e più noti successi. Senza famiglia è un film altamente drammatico e del tutto in linea con la sua contemporaneità, sia dal punto di vista sociale che da quello strettamente cinematografico; sembra a lievemente troppo denso di problematiche per gli standard mussoliniani, il lavoro reca in sé anche evidenti accenni di neorealismo nella confezione scarna e nel cast privo di nomi particolarmente altisonanti (i maggiori sono Olga Solbelli, Erminio Spalla, Bianca Doria ed Elio Steiner; in una parte laterale troviamo poi Memmo Carotenuto). Sceneggiatura: Giorgio Ferroni e Piero Tellini, quest’ultimo responsabile anche dell’adattamento italiano del testo originale. 4/10.
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