Regia di Koji Wakamatsu vedi scheda film
Sui temi (prossimi ad Oshima), di gioventù, sesso, violenza, morte, nichilismo, Wakamatzu fa un film estremo, eversivo, orgiastico, ambiguo. Ha il difetto di essere parecchio intellettualistico e francamente non sempre comprensibile, ma è riscattato da un talento visivo innegabile e da un sapiente utilizzo dell'unità di luogo (la terrazza). Certamente si tratta di un film intenso, le cui immagini restano negli occhi degli spettatori: possono respingere, ma non certo lasciare indifferenti. Colpisce soprattutto il modo in cui il regista "dipinge" i corpi umani, stagliandoli poeticamente nel piatto vuoto di un pavimento, di una terrazza, di una strada; alcune scelte (la vertiginosa soggettiva giù dalle scale) risentono inoltre dell'influenza della nouvelle Vague.
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