Regia di Stephen Gaghan vedi scheda film
Una studentessa universitaria comincia a vedere in giro per l’ateneo il fidanzato svanito improvvisamente tempo prima senza lasciare alcuna traccia, mentre un poliziotto cerca di venire a capo della scomparsa del giovane. Che fine ha fatto il “wonder-boy” arrogante amato e odiato dalla facoltà intera? E la ragazza ha le visioni pre-esami, pre-mestruali e pre-tutto, oppure lui è davvero tornato per riacciuffarla? Non che interessi qualcosa a qualcuno. Perché Abandon - Misteriosi omicidi è talmente trito, noioso e d’accatto che anche uno scassato inedito da home video risulta più intrigante (da noi esce al cinema con già più di un anno e tre mesi sulle spalle: bel primato). Quella ragazzona della Holmes ha l’espressività di un tortellino emiliano (a guardarla bene, ci somiglia pure). Come da copione, il suo passato c’entra in qualche modo. Se è un thriller, può spaventare soltanto un passerotto; se è l’indagine di un’intimità e di una mente, fa rivalutare Shriek - Hai impegni per venerdì 17?; se è la visione del passaggio traumatico tra adolescenza e vita adulta non convince per nulla. Per l’esordio alla regia, lo sceneggiatore di Traffic poteva inventarsi qualche idea più decente di quella dell’a(b)bandono personale nella contemporaneità “vuota” come alibi psicologico. Al Courmayeur Noir in Festival la giuria gli ha consegnato il premio per la musica (!): il bravo compositore Clint Mansell merita di meglio.
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