Regia di Joe Dante vedi scheda film
La fase onirica della costruzione del sogno esercita una forte attrazione di tipo vintage.
E la fase dell’esplorazione dell’ignoto (fino a lambire i limiti della propria immaginazione) trasmette quel senso di fantasmagorica avventura che ci si augurava.
Poi, però, arriva il momento dello “scambio culturale” e la narrazione inizia, seriamente, a perdere pezzi. Da uno stile burlesco e, a tratti, irriverente si sconfina in un dèmode trash ridicolo che mortifica fantomatiche intenzioni sociologiche (tipo un improbabile satira della teledipendenza; Paul Hackett).
Il risultato costituisce un interessante, ma incompiuto teen movie; godibile in parte (nella prima parte, per la precisione) e, nondimeno (d’altronde a circa 30 anni di distanza dalla sua realizzazione), non senza qualche difficoltà (atteso che la frenetica evoluzione della tecnica sposta con estrema disinvoltura l’asticella della fascinazione visiva, di modo che la fantascienza faccia presto a fare rima con obsolescenza).
Tuttavia, fino a quando ci saranno film capaci di indurci a levare lo sguardo, ancora una volta, verso l’alto, per farci ammirare il mistero dell’universo - ovvero dell’ignoto - difficilmente la fanciullesca passione che ha animato le nostre notti agitate potrà affievolirsi. E, nonostante tutto, fra quei film, va annoverato Explorers.
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