Regia di Lisa Cholodenko vedi scheda film
Dopo averla vista in versione dark in "Underworld" e nell’attesa del vampiriano "Van Helsing", per ammirare la bellezza naturale ed intensità dell’attrice inglese Kate Beckinsale bisogna approfittare del film di Lisa Cholodenko "Laurel Canyon" dove, insieme alla prova della sempre perfetta Frances McDormand, è uno dei motivi principali d’interesse di questa storia di un viaggio nella vita di cinque personaggi le cui concezioni opposte di vita vengono messe a confronto in un lento percorso di crescita e trasformazione. Siamo a "Laurel Canyon", una strada che attraversa il cuore delle colline di Hollywood collegando la tranquilla periferia borghese della San Fernando Valley al centro di Los Angeles. Il canyon è famoso per i tanti personaggi del mondo dello spettacolo che da anni lo scelgono per abitarci. Tra i suoi residenti c’è Jane (Frances McDormand), una leggendaria produttrice discografica che attualmente sta producendo un album per una band inglese il cui leader Ian (Alessandro Nivola) è il suo giovane amante. Le loro "sregolate" vite di artisti vengone "sconvolte" dall’arrivo del figlio di Jane, Sam (Christian Bale) e la sua fidanzata Alex (Kate Beckinsale), seri e conservatori: la convivenza conoscerà inediti sviluppi (anche se narrativamente prevedibili) che costringerà ciascuno degli occupanti della sontuosa villa hollywoodiana a confrontarsi con le proprie scelte di vita. Nello scontro generazionale tra madre e figlio (dove però è la madre più alternativa rispetto al figlio fin troppo perbenista) , nella scoperta dei propri pudori sessuali e sentimentali (Alex si scoprirà "amante" dai gusti insospettabili mentre Sam deve fare i conti con la sua crescente attrazione per la collega Sara/Natascha McElhone), la regista Lisa Cholodenko costruisce un "girotondo" di vite a volte superficiale, altre didascalico ma comunque mitigate da un senso ironico, una fluidità narrativa ed una freschezza di sguardo che ci fanno incuriosire e sorridere di queste "relazioni pericolose" di personaggi un po’ stereotipati e "tagliati con l’accetta".
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