Regia di Salvatore Piscicelli vedi scheda film
Riuscita miscela tra la sceneggiata napoletana e il cinema di Fassbinder. Come il regista tedesco riusciva a fondere il melodramma sirkiano con lo sguardo gelido di una Germania immersa nei suoi anni di piombo, così Piscicelli sterilizza la sceneggiata con uno sguardo clinico e un occhio attento alle nuove dinamiche intra ed extra familiari. Le donne vivono la loro sessualità, scontando i pregiudizi della gente, ma sentendosene intimamente affrancate. E tuttavia i sentimenti ancestrali come la gelosia (è "altra", ma i suoi effetti sono gli stessi di sempre) e i rapporti economici riescono ancora talmente a condizionare le relazioni personali da distruggere i sentimenti e a trasformarli in qualcosa di diverso, se non di diametralmente opposto.
Il regista campano fa recitare, oltre alle attrici (bravissime) e ai comprimari d'ottima scuola partenopea, i paesaggi sgarrubati della sua Pomigliano d'Arco.
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