Regia di Jean-Luc Godard vedi scheda film
Tra una gag e l'altra filmata in long-take e profondità di campo (brutte copie di Jacques Tati), Godard inserisce le solite farneticazioni sull'universo mondo (Vietnam, Congo, imperialismo, colonialismo, condizione della donna, capitalismo, sessismo, Mozart, i Beatles...), e un numero non indifferente di sequenze gore (maiali e volatili sgozzati dal vivo, macabri incidenti stradali). Solo un intellettuale totalmente innamorato di sè come Godard poteva pensare di unire la commedia (che gioca sulla ridefinizione di situazioni di primo acchito ritenute familiari) allo straniamento più totale (che gioca sulla defamiliarizzazione di partenza delle situazioni) per portare a riflettere non è ben chiaro su cosa. Come suggerito dall'ultimo intertitolo del film, è la Fin... de cinema: del suo, sicuramente. La provvidenza ha fortunatamente decretato che il resto del mondo andasse avanti.
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