Regia di Jean-Luc Godard vedi scheda film
"Weekend" è uno dei film più radicali, estremi del Godard anni Sessanta, che preannuncia la svolta sessantottina del regista realizzata poco dopo con le pellicole dirette insieme al collettivo Dziga Vertov. È ancora un film narrativo, ma condotto con un linguaggio come al solito destrutturato, visionario, ricco di aperture oniriche, di incontri con personaggi del passato che sembrano quasi allucinazioni, di lunghi proclami su temi di stretta attualità politica e sociale del periodo. È uno dei suoi film più crudeli, di una crudeltà bunueliana e ovviamente antiborghese, con una coppia protagonista di rara sgradevolezza, Corinne e Roland, borghesi che partono per una missione folle e distruttiva ma incontreranno diverse sorprese sul loro percorso. Godard accumula diversi pezzi di bravura, fra cui il celeberrimo piano sequenza di dieci minuti risolto con una lunghissima carrellata che ci mostra un percorso apocalittico fra incidenti e macchine accatastate lungo la strada, ma stavolta non cerca l'empatia dello spettatore e gira un film intellettuale fra i più arrischiati della sua prima fase. A mio parere il film può essere ammirato sotto diversi punti di vista per coerenza stilistica e potenza figurativa di diversi brani, ma non è uno dei miei preferiti fra le sue opere pre-1968; resta un pamphlet feroce, volutamente eccessivo su una società in disfacimento che dice probabilmente di più e meglio rispetto a un reportage sociologico dello stesso periodo visto al giorno d'oggi. Difficile esprimere un giudizio sugli attori, vista anche l'abbondanza di campi lunghi, ma si può riconoscere alla coppia Mireille Darc/Jean Yanne la giusta sfrontatezza e, soprattutto nel caso dell'attrice, un sex appeal tutt'altro che fuori luogo.
Voto 8/10
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