Per Corinne e Roland, coniugi borghesi in crisi, un fine settimana in campagna si trasforma in un infinito incubo fatto di traffico, assalti terroristici del "Fronte di Liberazione della Seine-et-Oise" e cannibalismo. E la domenica sera, i due non saranno - letteralmente - più gli stessi...
Note
Nell'anno di _Due o tre cose che so di lei_ e _La cinese_, Godard dà continuità al periodo più politico del suo cinema girando questo apologo visionario e ferocemente antiborghese, vero e proprio "attacco frontale" alla società dei consumi e alle convenzioni della messa in scena. Celeberrimo il piano-sequenza di dieci minuti sull'ingorgo di auto incolonnate.
Godard documenta il suo reale disorientamento oppositivo rispetto alla politica di quegli anni ed è uno dei suoi film più cupi e pessimisti che non a caso termina con un carrello che invece di annunciare la consueta "Fine" annuncia profeticamente la "Fine del cinema" ed è anche l'ultina pellicola girata prima del maggio 1968.
Il trionfo del piano-sequenza, il trionfo del surreale, il trionfo del cinema, il trionfo di Godard. "Questo film fa schifo… non ti sembrano tutti pazzi? Colpa tua che credi ancora a Godard…"
"Weekend" è uno dei film più radicali, estremi del Godard anni Sessanta, che preannuncia la svolta sessantottina del regista realizzata poco dopo con le pellicole dirette insieme al collettivo Dziga Vertov. È ancora un film narrativo, ma condotto con un linguaggio come al solito destrutturato, visionario, ricco di aperture oniriche, di incontri con personaggi del passato che… leggi tutto
Godard è un regista molto spesso da prendere a schiaffi e questo film non fa eccezione. Dà, come la maggior parte dei film del regista transalpino (al contrario di Truffaut del quale, per estremo contrasto, Godard era grande amico) una sensazione di supponenza e intellettualismo che fa davvero rabbia, ma allo stesso tempo affascina. Al contrario del Bandito delle 11 (1965), un film… leggi tutto
Tra una gag e l'altra filmata in long-take e profondità di campo (brutte copie di Jacques Tati), Godard inserisce le solite farneticazioni sull'universo mondo (Vietnam, Congo, imperialismo, colonialismo, condizione della donna, capitalismo, sessismo, Mozart, i Beatles...), e un numero non indifferente di sequenze gore (maiali e volatili sgozzati dal vivo, macabri incidenti stradali). Solo… leggi tutto
"Weekend" è uno dei film più radicali, estremi del Godard anni Sessanta, che preannuncia la svolta sessantottina del regista realizzata poco dopo con le pellicole dirette insieme al collettivo Dziga Vertov. È ancora un film narrativo, ma condotto con un linguaggio come al solito destrutturato, visionario, ricco di aperture oniriche, di incontri con personaggi del passato che…
La frenesia del fine- settimana diventa l’obbligo di divertirsi. Il tempo libero da passare nello spazio di un automobile nella necessità di spostarsi per assecondare l’euforia collettiva che si autogiustifica. La violenza dietro ogni curva per descrivere la società spettacolare che ci occupa la vita anche fuori dal lavoro quotidiano che ci costringe a faticare anche…
Giuseppe Balsamo, sedicente Conte di Cagliostro,(qui con il volto di Orson Welles) nacque in Sicilia, nella prima metà del '700. Carattere indocile, sfuggì a ogni tentativo di inquadramento in un normale…
Tra una gag e l'altra filmata in long-take e profondità di campo (brutte copie di Jacques Tati), Godard inserisce le solite farneticazioni sull'universo mondo (Vietnam, Congo, imperialismo, colonialismo, condizione della donna, capitalismo, sessismo, Mozart, i Beatles...), e un numero non indifferente di sequenze gore (maiali e volatili sgozzati dal vivo, macabri incidenti stradali). Solo…
La notizia è ufficiale: il regista francese Jean-Luc Godard è stato insignito dell'Oscar alla carriera per il 2010, insieme all'attore Eli Wallach e allo storico del cinema Kevin Brownlow,…
Esce Gran Torino, il film di Clint Eastwood, e ancora una volta riappare sullo schermo la vettura che fu (anche) di Starsky & Hutch. E mentre altrove sulla rete si divertono a elencare tutte le auto apparse nella…
Titolazione invadente, trama vacua, quotidianità grottesca, costanti e caotici riferimenti concettuali che appesantiscono la visione, già di per sè non particolarmente scorrevole: è Godard.
Interessante, deciso e stravagante film sulla siocietà contemporanea e sul cinema stesso. Ci sono delle trovate sintattiche e tecniche davvero stupefacenti e che non possono far rimanere lo spettatore indifferente. Purtroppo alla lunga, soprattutto nella seconda parte, risulta un pò troppo stiracchiato e "sgangherato".
Fenomenale la sequenza dell'incidente stradale: DA CINETECA!!!; così come…
Godard è un regista molto spesso da prendere a schiaffi e questo film non fa eccezione. Dà, come la maggior parte dei film del regista transalpino (al contrario di Truffaut del quale, per estremo contrasto, Godard era grande amico) una sensazione di supponenza e intellettualismo che fa davvero rabbia, ma allo stesso tempo affascina. Al contrario del Bandito delle 11 (1965), un film…
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Commenti (5) vedi tutti
Cose da pazzi!
commento di moviemanGodard documenta il suo reale disorientamento oppositivo rispetto alla politica di quegli anni ed è uno dei suoi film più cupi e pessimisti che non a caso termina con un carrello che invece di annunciare la consueta "Fine" annuncia profeticamente la "Fine del cinema" ed è anche l'ultina pellicola girata prima del maggio 1968.
commento di (spopola) 1726792Il potere dell'immagine contro l'immaginazione al potere.
leggi la recensione completa di tafoIl trionfo del piano-sequenza, il trionfo del surreale, il trionfo del cinema, il trionfo di Godard. "Questo film fa schifo… non ti sembrano tutti pazzi? Colpa tua che credi ancora a Godard…"
commento di Zarathustra6
commento di nico80