Regia di Marc Levin vedi scheda film
Immaginate un'enorme stanza, illuminata sufficientemente e spoglia, arredata com'è di suoni, grida, note sGraziate perchè sTraziate. Echi di strappi fatti al proprio inconscio. Ho detto 'immaginatela', no.. intendevo dire COSTRUITEVELA attorno, come si fa con i sogni da baro, quelli del risveglio, che sogni poi non sono. Le pareti della stanza sono smisurate, quasi non se ne vede la fine, e a guardar bene sono ornate, per quasi tutta la superficie, di graffiti appena visibili. Graffiti fatti di umori, sangue, saliva. Murales se(c)reti, con poche bugie. Inconcludenti e fieramente mai conclusi ideogrammi del tempo, d'un tempo che scrivere più minuscolo non si può, ma ci si prova comunque. Senza troppi sorrisi. Ecco. Esattamente al centro della stanza, ma secondo calcoli vettoriali che Meno Esatti si morrebbe, troneggia zitta una poltrona. E' una vecchia poltrona di pelle marrone mangiata dai Furono Stati, e ha cinghie di cuoio e lacci, per impedire ai pensieri di muoversi troppo. E di andarsi a guardare allo specchio. Somiglia quasi ad una di quelle sedie elettriche primo modello, quelle senza optionals di serie. Fuori dalla stanza la fila è lunga. Inaspettatamente. C'è Sam Mendes, e dopo di lui Jim Jarmusch. C'è Steven Soderbergh che gesticola nervosamente con Wes Anderson, il quale ammicca, e Sofia Coppola che osserva, svagata, entrambi. Più defilati, verso metà fila, Kitano e Kim-Ki Duk s'intrattengono in dotte dissertazioni con Ang Lee, il quale, ormai di cera, sgomita per passare avanti ad un critico cinematografico vestito di tutto punto. Un uomo dimesso che emana odor di tabacco e profumo costoso, e che non ha mai sorriso di fronte allo spettacolo d'un cucciolo di cane che gioca nell'erba. Avrebbero dovuto esserci anche i fratelli Dardenne, ma, all'ultimo, son mancati a Loro Stessi. Auto-sottrattisi. La mesta avanzata li porta, uno ad uno, a prender posto. Novelli Alex DeLarge candidamente minacciosi, verranno fatti accomodare sulla poltrona ergonomica e, finalmente, VEDRANNO. Sono un manipolo di fortunati, perchè lo spettacolo in prorammazione sarà "Slam", film che nessuno di loro ha ancora visto.. no, neanche quel critico che, costretto a compilare una fugace scheda, ha sentenziato, nel dubbio, 'sufficiente'. Sì. Vedranno Tutto. Leggeranno. Ascolteranno. Ma NON sentiranno. Molti di loro, forse, s'annoieranno. Altri s'arrovelleranno su quali gimcane quella stadycam avrebbe potuto disegnare. Alcuni perfino soffriranno. La purezza espressiva, si sa, è acido per gli occhi del pavido.
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