Regia di Domenico Paolella vedi scheda film
Chiariamo subito che la cosa più bella di questo film è il titolo: elegante e sofisticato quanto basta, senza apparire pretenzioso, incisivo, adatto al genere cui si rifà la pellicola e soprattutto lontano anni luce dalle atroci vendette di Ringo, pistole di Django e casse da morto di Sartana che in quegli anni spopolavano nel filone spaghetti western. Qui però finiscono le note positive da attribuire a questo prodottino di poca spesa e altrettanta resa girato da un mestierante non fra i peggiori, ma palesemente invischiato in un'operazione alimentare senza eccessive pretese. La sceneggiatura di Fernando Franchi (anche produttore), Giancarlo Zagni e del regista non estrae dal cilindro alcuna novità e si accoda - senza esagerazioni di sorta - nella deriva cruenta che il western all'italiana stava prendendo in quel periodo; il fatto che l'inglese John Richardson e l'ex star dei peplum Mimmo Palmara siano le star sul cartellone la dice lunga sul budget a disposizione per il cast. Per quel che devono fare, comunque, gli interpreti non sfigurano e la pellicola arriva blandamente alla sua conclusione senza intoppi particolarmente evidenti nè sul piano logico-narrativo nè tantomeno su quello della realizzazione tecnica-estetica. Musiche di Lallo Gori, mediocri: cioè fra le sue migliori. 2,5/10.
Un bandito e il suo tesoro fanno gola a un manipolo di cacciatori di taglie senza scrupoli, che ne torturano il fratello credendolo lui. Ma il fratello, per sopravvivere, rivela il nascondiglio.
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