Regia di Robert Bresson vedi scheda film
Visto ieri notte grazie al provvido Ghezzi.
Una reinterpretazione 'umana' e quindi più realistica possibile del Vangelo, con Anne-Marie (diventata Anna-Maria nella versione italiana) che si sacrifica in quanto Redentrice e Therese (Teresa) un po' Giuda, un po' ladrone crocifisso.
Interessante il binomio rinuncia del mondodella vita (Teresa rifugge il mondo e quindi la società, perché colpevole di un omicidio; Anna-Maria rinuncia alla vita per seguire la sua vocazione e quando dovrà lasciare il convento, non sarà più in grado di concepire un'esistenza profanamateriale.)
Il finale mi ha deluso perché parzialmente al di fuori di un'effettiva risoluzione spirituale (Teresa ha sbagliato e quindi deve per forza pagare, tanto più che non può ignorare le parole di Anna-Maria che si è "sacrificata" per lei.)
In generale, mi sembra un film costruito bene che offre una visione realistica di un certo cammino religioso (le stesse suore ammettono di essere delle 'lebbrose'.)
Sconsigliato a chi è memore di sexy suore pistolere.
Sulla trama
è semplice, tradizionale. Una storia che vorrebbe insegnare. Bresson ci guida nei volti e attraverso di loro ci trasporta nei diversi momenti dell'austeria giornata all'interno del convento. Pur essendo essenzialmente degli archetipi, i suoi personaggi sono caratterizzati perfettamente.
Cosa cambierei
Già detto sopra.
Su Robert Bresson
Pulita. Zero esibizionismo, zero compiacimento.
Su Renée Faure
Ci mostra una Teresa indurita dalla vita, impenetrabile, ma essenzialmente 'buona'.
Su Jany Holt
Non è più l'attrice che interpreta Anna-Maria, è Anna-Maria, con la giusta dose di ingenuità e impulsività 'cristiana'.
Uno sguardo indimenticabile.
Su Sylvie
Adattissima al ruolo
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