Regia di Samuel Fuller vedi scheda film
Durante la guerra di Corea una pattuglia americana si muove sulla linea del fuoco, mentre si sviluppa il contrasto fra un rude sergente e un tenente novellino. Reperto archeologico della guerra fredda, che nemmeno la firma di Fuller basta a nobilitare: è un’opera di propaganda bellica costruita come un western dall’impianto retrivo, dove fra il bianco e il nero non esistono sfumature. I nordoreani sono subdoli come gli indiani, colpiscono a tradimento, e quando il loro maggiore viene catturato cerca di sobillare il nero e il nippoamericano ricordandogli le discriminazioni che subiscono in patria. Invece i sudcoreani si adattano al ruolo di Gunga Din, il ragazzino è felice di fare la mascotte a un surrogato di John Wayne e di riceverne il nomignolo “palla corta” (del resto il nippoamericano di cui sopra si lascia chiamare “viso giallo” senza battere ciglio). Meglio guardarsi Di fronte all’uragano di Mark Robson, che è dello stesso anno e almeno qualche pensiero non omologato riesce a insinuarlo.
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