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Io, Caligola

Regia di Tinto Brass vedi scheda film

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La recensione su Io, Caligola

di ethan
4 stelle

'Io, Caligola' racconta il breve ma turbolento regno di Gaio Cesare Germanico, detto appunto Caligola, che governò l'Impero romano dal 37 al 41 d.C.

Le burrascose vicende del regnante, rispetto a quelle del film, sembrano quasi poca cosa, dato che la suddetta pellicola ha subìto talmente tanti problemi - che vanno dalle riprese, alle divergenze tra sceneggiatore, produttore e regista, alla prima uscita, con il film intitolato semplicemente 'Caligola', poi al sequestro per oscenità, i processi, la ri-uscita cinque anni dopo a firma del produttore, senza più il nome di Tinto Brass, e ancora il sequestro, i tagli censori che influiscono sulle durate delle differenti versioni (in tutto sette) - da meritarsi il titolo di film maledetto per eccellenza.

'Io, Caligola', nella versione di 156 minuti, è un delirio kitsch dall'andamento sconnesso e tedioso in più punti, dove l'analisi della figura del celebre imperatore (Malcolm McDowell) è ridotta quasi unicamente all'aspetto morboso e sessuale e al suo legame incestuoso con la sorella Drusilla (Teresa Ann Savoy). Scene di sesso molto esplicite si susseguono senza soluzioni di continuità, abbinate ad altre di efferata violenza, girate con dosi di cattivo gusto così inusitate (il peggio viene raggiunto con l'evirazione di un personaggio e il susseguente 'dono' dell'organo stesso a un cane come pasto...) da far risultare, al confronto, i vari 'Paprika' e seguenti dei film da proiettare in oratorio al sabato pomeriggio: l'effetto di questa reiterazione smisurata dell'atto sessuale è di far perdere qualsiasi componente erotica alle scene stesse, nonché dar luogo a una narrazione senza alcun ritmo, con passaggi bruschi da una scena all'altra - come avviene nei film apertamente hard core - il più delle volte letteralmente inspiegabili.

L'intento, come si legge da più parti, era ricreare l'atmosfera tra il visionario e l'onirico di 'Fellini Satyricon' ma, purtroppo la mano di Brass prima (che addirittura rifiutò di riprendere alcune scene in stile così apertamente pornografico...) e quelle del produttore Bob Guccione e del suo sodale, tale Giancarlo Lui, non posseggono il dono della raffinatezza visiva e il risultato è questo pasticcio grossolano e greve, dal quale si salvano unicamente le impeccabili scenografie di Danilo Donati e Franco Velchi e la fotografia dai toni accesi e dai colori molto forti e contrastati del veterano Silvano Ippoliti, mentre gli attori - dal protagonista Malcolm McDowell, ancora 'intrappolato' nel ruolo dell'Alex di 'Arancia meccanica', alla co-protagonista, la stupenda Teresa Ann Savoy, passando per le star Peter O'Toole, John Gielgud e alla non ancora celebre Helen Mirren - paiono tutti tra l'annoiato e lo spaesato.

Delirante e sconclusionato.

Voto: 4 (v.o.s. della durata di 156 minuti).

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