Regia di Tinto Brass vedi scheda film
Curioso e colorato come il Satyricon felliniano di una decade precedente, questo Io, Caligola cerca di sfruttare principalmente le prurigini suggerite da una vita come quella del folle imperatore romano: scandali, ambiguità, incesti, crudeltà gratuite e quant'altro. La travagliata storia del film ci consegna un lavoro in cui Brass viene citato semplicemente come esecutore delle riprese, eppure il tocco morboso del regista veneto già si intravvede (non manca molto alla sua irreversibile svolta nel cinema erotico); peccato però che alla fine delle due ore di film non rimanga granchè di significativo, solo un affresco delle decadenza apparentemente privo di indicazioni, tenuto insieme dal tenue filo logico della 'biografia' di un potente, più o meno attendibile.
Dorme con il proprio cavallo, ama ricambiato la sorella Drusilla, indice feste e lutti popolari a seconda del proprio umore: questo è Caligola, il cui breve impero non ha però mancato di suscitare perplessità, scandali ed una nutrita salva di aneddoti piccanti. Per intenderci, la sua ultima parola prima di venire assassinato è 'scroto' (poi biascicherà 'sono vivo', accasciandosi).
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