Regia di Ivan Pyryev vedi scheda film
A Mosca, nel 1941, due artiglieri in licenza conoscono una maestra d’asilo. Uno se ne innamora, ma è costretto a separarsene: si danno allora appuntamento per il giorno della vittoria, nei surreali termini indicati dal titolo. Poi però lui rimane gravemente ferito durante un’azione, perde una gamba e decide di sparire. Nonostante la confezione goffa e ingenua, e nonostante l’allegria dei numeri musicali risulti particolarmente incongrua rispetto al contesto, il film ha un nocciolo sentimentale che lo fa amare. È cinema popolare nel senso più nobile, raccontando la storia esemplare di una dei milioni di coppie che avevano avuto l’esistenza devastata e che si accingevano a rimetterne insieme i cocci. Ed è notevole che sia stato realizzato nel 1944, ossia quando la guerra non era ancora stata vinta, per quanto ormai avviata fuori dai confini russi: se da una parte si sente l’inevitabile intento propagandistico (con il panegirico del compagno Stalin “liberatore di popoli”!), dall’altra c’è una commovente fiducia nel futuro.
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