Regia di Umberto Lenzi vedi scheda film
E' difficile trovare qualcosa di salvabile in questo miserrimo pasticcio architettato alla bell'e meglio e con una produzione decisamente taccagna da un regista poco più che dilettante: Lenzi - qui con lo pseudonimo di Humphrey Humbert - aveva girato fino a quel momento una manciata di peplum e di altri lavori di simile, infimo stampo, tutti di seguito l'un l'altro nel giro di pochissimi anni di attività. I tre sergenti del Bengala non gode di alcun tipo di fascino: nè quello esotico (poichè le scenografie e i panorami sono limitati al minimo indispensabile e palesemente costruiti in studio, in Italia), nè quello avventuroso (perchè le scene di battaglia o di azione sono dirette in modo disastroso: ma almeno da questo punto di vista Lenzi saprà rifarsi in seguito), nè quello della recitazione: non è semplice entusiasmarsi per una pellicola in cui i ruoli principali sono affidati a interpreti giustamente di scarsissima notorietà e di ben inferiore appeal (Nazzareno Zamperla/Nick Anderson, Ugo Sasso/Hugo Arden, Wandisa Guida; i nomi maggiori sono invece quelli di Richard Harrison e di Aldo Sambrell). Anche per essere un prodotto puramente alimentare e probabilmente girato come 'riempitivo' per qualche oscura ragione produttiva, I tre sergenti del Bengala lascia comunque a desiderare; la cosa migliore sono forse le musiche di John Wellman, che mica per caso è un nome fittizio dietro cui si nasconde Giovanni Fusco. 1,5/10.
Tre sergenti inglesi vengono spediti per punizione, a causa della loro negligenza, in Bengala. Qui verranno subito catturati dagli indigeni, ma sapranno liberarsi e tornare al forte inglese in tempo per combattere la battaglia decisiva contro gli indigeni.
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