Un investigatore privato con la fama di mastino per l'accanimento con cui conduce le sue indagini, viene ingaggiato da una bella donna di nome Angela Crispini, al fine di riuscire a scoprire la verità sull'uccisione di uno stimato medico di una tranquilla cittadina del New England, laddove il colpevole è, secondo la legge, già stato trovato ed incriminato, e corrisponde alla figura esile e psicologicamente compromessa del giovane nipote del defunto.
Angela è fermamente convinta dell'innocenza del giovane incarcerato, tanto da lasciarsi anche scappare il nome del vero assassino, che il detective si appresta quindi ad andare a trovare.
Nel mentre l'uomo si invaghisce della bellissima donna, una sorta di femme fatale invischiata pure lei attorno ad un torbido passato da prostituta, nonché amante del vecchio medico ucciso, ed a conoscenza di un giro di narcotraffico a cui è legata la vera motivazione per cui lo stimato medico è stato ucciso.
In ballo c'è anche e soprattutto la reputazione dell'intero distretto di polizia, che, con l'incriminazione del giovane innocente, in qualche modo ha trovato la via per uscire scagionato da una eventuale accusa di corruzione.
la verità verrà a galla, ma solo in parte, solo per far si che l'incriminato venga scarcerato, ma senza che i veri colpevoli possano essere veramente accusati.
Liberamente ispirato ad un vero caso di omicidio e corruzione avvenuto ad inizio degli anni '70, portato già sullo schermo attraverso un lavoro televisivo del collega Tony Richardson, pure lui uno dei capostipiti del free Cinema inglese anni '60, Everybody wins, titolo originale molto più sensato della banale traduzione italiana, porta l'illustre firma di scrittura di Arthur Miller, ed è prodotto da un nome noto come Jeremy Thomas.
La vicenda si concentra tutta sui personaggi, che il bravo Karel Reisz, qui purtroppo alla sua ultima prova da regista, cesella nei dettagli, costruendo un thriller psicologico che rifugge completamente l'azione o la raffigurazione di crimini (il morto è già morto ad inizio vicenda ed è solo citato, mai palesato), e che si poggia molto sulle tenaci interpretazioni dei due tenaci e motivati interpreti, Nick Nolte (con cui Reisz aveva già lavorato una dozzina di anni prima in Guerrieri dell'inferno), e la seducente e ammaliante Debra Winger, perfetta nel ruolo della femme fatale dal passato torbido che irretisce e condiziona la vita all'ispettore integerrimo che si dimostra molto meno inflessibile di quanto la fama non lo descriva.
Il thriller anomalo e tutto d'ambiente, risulta piuttosto riuscito proprio per questa sua scelta, singolare e risoluta, di azzerare l'azione senza rinchiudersi necessariamente nel buio di stanze da interrogatorio o aule di tribunale, ,a spaziando molto anche su un certo contesto esterno che permette di focalizzare la vicenda su scenari interessanti anche a livello puramente paesaggistico.
Ne scaturisce un film singolare, un po' all'antica, in grado di far luce su una corruzione latente che solo una tardiva accurata indagine riesce a far affiorare, tentando di mettere fine ad una generalizzata reticenza su una verità troppo scomoda e vergognosa per essere rivelata.
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