Regia di Kim Ki-duk vedi scheda film
Le donne di Kim Ki-duk sono come fiori recisi: strappate alle loro radici, conquistate con violenza, ed infine rassegnate a fare da passivo ornamento negli spazi di uomini condannati alla solitudine. La giovanissima Sun-hwa, tipica adolescente acqua e sapone, è come una rosa dalla pallida freschezza, ridotta a fare da coccarda in un festone, vestita di colori fluorescenti ed illuminata dalle luci al neon. La sua fragilità diviene così un allettante richiamo per soggetti in cerca di facili emozioni di dominio. L'inebriante sensazione di possedere l'innocenza riesce a soggiogare il rude capo della mala Han-Gi molto più del potere criminale; la ragazza viene infatti ad occupare un angolo della sua anima, riempiendolo di una bellezza e di una grazia da cui è rapito, e da cui dipende totalmente, sia pur alla maniera della società a cui appartiene, retta da una logica di sfruttamento e di profitto, e governata dalla legge del più forte. Non c'è la delicata poesia del sentimento, in questo rapporto tra un aguzzino e la sua preda, catturata con l'inganno e trattenuta con la forza; c'è, invece, un'energia virile che cerca uno sfogo alternativo a quello della violenza fisica, ed un appagamento diverso da quello del denaro. Han-Gi vuole fare suo un gioiello vivo e docile, vuole vincere su un essere umano contro cui non c'è bisogno di combattere e godere di una ricchezza che non sia oggetto di contrattazioni. Eppure c'è un attrito che permane, tra lui e l'oggetto dei suoi desideri: Sun-hwa è come una gemma che si lascia incastonare in una sede inadeguata, però, a dispetto della sua remissività, stona con l'ambiente circostante e crea un continuo e fastidioso pungolo per la coscienza. La ragazza rappresenta, quindi, in fin dei conti, il limite che Han-Gi, nonostante la sua durezza, non riesce a superare; ella è per lui l'Irraggiungibile, che si può toccare, ma mai completamente piegare alla propria volontà. In lei rimane infatti sempre una zona immacolata, refrattaria al sudiciume del malaffare e al morbo del degrado interiore, su cui lui non potrà mai lasciare l'impronta delle sue mani sporche. "Bad guy" è il racconto dei se e dei ma che fanno da corteo al problematico ingresso dell'amore nel mondo della desertificazione morale e della perdita del decoro umano.
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