Regia di Kim Ki-duk vedi scheda film
Un uomo violento e senza scrupoli incastra una ragazza e la costringe a prostituirsi. I due si innamorano. Inesorabilmente, dolorosamente, struggentemente. L'uomo non parla mai, riesce a comunicare soltanto attraverso la sorda urgenza del corpo. Kim Ki-duk gira questo mélo straziante e feroce con uno stile impassibile e assolutamente depurato da ogni compiacimento estetizzante, facendo nascere il sublime dalle ceneri del ricatto. Non c'è ombra di giudizio morale o pietismo - o cinismo, che in fondo è la stessa cosa - nel suo sguardo. Nessun eccesso patetico, nessuna sottolineatura enfatica. Eppure quando arrivano, insospettati, i rigurgiti di dolcezza fanno maledettamente male, squassano le viscere, lacerano la carne e l'anima. La sequenza: sulla spiaggia, una donna vestita di rosso entra in acqua e sparisce. I due la osservano in silenzio. Poi la ragazza guarda l'uomo e capisce di essere definitivamente perduta. E nuovamente pura.
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