Regia di Kim Ki-duk vedi scheda film
"Bad Guy" è un film che oggi, con il "politically correct" imperante, creerebbe polemiche stupide, specialmente per chi non sa vedere oltre l'ambiente desolante di cui il film è impregnato. Kim Ki-Duk, agli inizi della sua carriera, è un regista che comincia a sviluppare il suo magnificente sguardo umanista, con cui il suo Cinema ci ha indebolito anima e cuore. La storia è cruda e cattiva, con la parabola (non in senso religioso) di questa bellissima ragazza, di cui s'invaghisce un boss del quartiere a luci rosse di Seoul. Respinto, si vendica costringendola a prostituirsi, fino a quando, come in una sorte di Sindrome di Stoccolma, i due finiranno per avvicinarsi. Un melodramma piovoso (i film coreani sono quelli in cui piove di più, senza dubbio!) e buio, lacerante e lancinante, dove quest'uomo misterioso, muto, questo duro dal cuore buono, osserva la protagonista da dietro un finto specchio, ne scruta i dolori, la bellezza, l'orgoglio e la paura. Insieme a momenti di Cinema più tradizionali, fra risse e fughe, ve ne sono altri di una liricità assoluta, dove tutto il sangue e il dolore si fermano per vivere in uno sguardo, in un non detto, in un misterioso comporsi di presente e di passato. Un'opera, al solito, stratificata, intrisa di grande Cinema che, come sempre quando si tratta di Kim Ki-Duk, fa riflettere e discutere.
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