Regia di Jim Sheridan vedi scheda film
I bambini guardano e ci guardano. Ora usano una videocamera come fa Christy, la narratrice, che documenta la “vita americana” di una famiglia irlandese immigrata a New York negli anni ‘80. Il padre Johnny (Considine) attore, la madre Sarah (Samantha Morton che rivela, film dopo film, la forza di una recitazione svincolata dai dialoghi), Christy e la sorellina minore Ariel (Sarah ed Emma Bolger sono vere sorelle) abitano in un quartiere povero di New York e sperano di ritrovare una serenità sconvolta e squarciata dalla morte prematura di Frankie (il vero Frankie, al quale è dedicato il film, era il fratello di Jim Sheridan). I figli se ne vanno e svuotano le stanze e le famiglie. Ne dissestano e funestano i ricordi, ne minacciano il futuro. Il racconto (la sceneggiatura è stata scritta dal regista insieme alle due figlie Naomi e Kirsten) di questo melodramma con lieto fine ricorre ad episodi autobiografici e questo aumenta il sentimentalismo che si avvinghia alle immagini e soffoca molte scene (una delle più brutte è quella dell’amore coniugale). Sheridan è così dentro e coinvolto da quello che mette in scena da non riuscire a dosare la commozione e la mestizia.
Non ci sono commenti.
Ultimi commenti Segui questa conversazione
Commenta