Regia di Edward Zwick vedi scheda film
Un film che travolge sia sotto il punto di vista emotivo che narrativo. Tom Cruise monumentale insieme al grande Ken Watanabe.
L'ultimo samurai è un film che se non è stato visto è un vero e proprio scandalo e lo dice uno che l'ha recuperato 13 anni dopo che questo film è uscito.
Sono sempre stato restio nel vederlo in quanto non sono un amante di Tom Cruise ma fidatevi: per una volta il belloccio americano si è reso protagonista di una prova impressionante sotto ogni punto di vista.
La storia è apparentemente semplice: un capitano americano dopo aver distrutto il mondo indiano (non per sua volontà per me ordine dei suoi superiori) si ritira a vita privata e vivacchia facendo pubblicità a vari fucili nelle fiere in America. Costantemente ubriaco e su di giri, si rende conto che quella vita non fa per lui o meglio che la vita stessa non fa per lui.
La fortuna vuole che a venirgli incontro sia un suo compagno d'armi che lo mette in contatto con il generale americano il quale offre a Tom Cruise (Nathan Algren nel film) la possibilità di guadagnare tanto e non rischiare né la sua vita né quella degli altri.
A Nathan infatti viene offerta la possibilità di trasferirsi in Giappone ed addestrare l'esercito nipponico nell'uso di armi da fuoco.
Il capitano sebbene restio alla fine accetta (6 mesi di lavoro gli avrebbero fatto guadagnare come 3 anni di servizio come capitano...)
Il problema è che in Giappone non si addestra solo per il piacere di farlo, si addestra per far sì che l'esercito nipponico sia in grado di fronteggiare e sconfiggere l'esercito del Samurai Katsumoto. Nathan si ritrova in una situazione disperata: nessun membro dell'esercito è in grado di sparare, sono lenti nel caricare e hanno una mira pessima. Tuttavia i generali giapponesi pretendono che l'esercito risponda ad un attacco di Katsumoto anche se il Capitano aveva dimostrato la pochezza dei soldati giapponesi.
Nathan ci vide lungo: lo scontro tra l'esercito di Katsumoto e quello dell'Imperatore è imbarazzante e l'esercito del primo spazza via l'esercito del secondo. Nathan viene catturato da Katsumoto (impressionato dalla forza di volontà del Capitano) e portato sui monti.
Da questo momento il film vive un'altra vita: si capisce perché Nathan odiasse il suo comandante, si capisce perché volesse essere sempre ubriaco ma soprattutto i mesi di prigionia (nemmeno forzata alla fine) sono come un lungo percorso di redenzione del soldato americano.
Da uomo tormentato a uomo pronto a lottare per quello in cui crede e cioè difendere Katsumoto e il suo piccolo mondo.
Un film che a partire dai luoghi che tocca è di una bellezza impressionante e dimostra come l'uomo può trovare sempre una via per redimersi.
Impressionante la prova di Tom Cruise: bello da vedere ma al tempo stesso incisivo e mai mono espressivo.
Ken Watanabe rimane uno dei migliori interpreti giapponesi e in questo film probabilmente raggiunge il suo apice.
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