Regia di Robert Rodriguez vedi scheda film
Terzo capitolo della nota saga per famiglie firmata Rodriguez, e come accadeva in certi b-movie si sfrutta il numero 3 per giocare col 3D.
E il film ricalca proprio la dimensione del gioco o, meglio, del videogioco, catapultando Juni e (parte della) famiglia proprio in uno scenario videoludico.
Come gli "Spy Kids" precedenti, anche questo "Game Over" propone un assemblaggio citazionista a vari Generi con alcuni richiami concettuali anche ad Autori come Carpenter (il timer dei due "Escape from", gli occhiali che nel finale permettono di vedere la "realtà"...), condendo il tutto col suo stile fumettistico. Non mancano anche le sue riflessioni sulla Famiglia, alcuni accenni critici all'invasività dei videogiochi e al rapporto con il mondo reale, nonché alla volontà degli adulti di controllare le giovani generazioni per controllare la società futura.
Tante cose concettualmente interessanti, come poteva essere interessante anche l'ambientazione videoludica, ma Rodriguez qui non riesce a coinvolgere né a convincere pienamente l'individuo spettatore. Innanzitutto, la natura estremamente economica (e invecchiatissima) degli effetti digitali non viene riscattata da un'autentica freschezza immaginifica da parte del regista, e quindi la brutta cgi resta una brutta cgi, a tratti quasi inguardabile e resa ancora più insopportabile dalla sua invasività. Inoltre, i rapporti tra i vari personaggi vengono bilanciati assai malamente, con entrate e uscite di scena troppo repentine, sensazione di trovarsi di fronte a svariati buchi narrativi e difficoltà a provare empatia per i vari personaggi, persino per quelli che già avevamo conosciuto e in qualche modo apprezzato nei film precedenti. Qua, fatta eccezione forse per Juni (che diventa sostanzialmente protagonista assoluto della vicenda mentre in passato si assisteva a racconti più corali), si ha l'impressione che il cast ci venga buttato addosso per puro fan service, e l'epilogo, le cui intenzioni palesi sono quelle di riunire tutti i personaggi del franchise per enfatizzare in pratica il messaggio "l'unione fa la forza", conferma e potenzia questa impressione. Il villain inoltre è il più debole (finora) della saga, interpretato da uno Stallone in vena di "virtuosismi", con tanto di sdoppiamento in cloni virtuali, ma che prevedibilmente fallisce a causa delle sue scarse doti attoriali. Che sia stato un simbolo di certo cinema hollywoodiano, soprattutto action, nessuno lo mette in dubbio, che alcuni personaggi da lui interpretati siano diventati icone pure è assodato (anche se spesso si parla di icone assai reazionarie, militariste, reaganiane se non addirittura palesemente fascistoidi), ma questo non toglie che recitativamente parlando sia alquanto scadente. Come Schwarzenegger, Stallone ha dalla sua soltanto un fisico e, forse, anche un volto adatto per ruoli action machi(sti), dove quasi paradossalmente meno si è espressivi e più il personaggio funziona, ma quando tenta di fare l'attore "vero", giocando anche con la mimica facciale, i risultati sono ai limiti del guardabile, riuscendo spesso e volentieri ad ottenere l'effetto opposto rispetto a quello ricercato: in questo caso, l'effetto era quello di creare un villain per bambini buffo e ridicolo, e invece si ottiene qualcosa di sostanzialmente imbarazzante, salvato solo dal pensiero di una vaga somiglianza con Celentano (pensiero che ho avuto, a caso, già guardicchiando alcune scene "in anteprima" sul dvd). La voce originale non aiuta certamente a rendere più accettabile la sua interpretazione, che anzi (sempre come il Terminator austriaco) se possibile ne enfatizza ulteriormente l'incapacità attoriale, rendendo appetibile il doppiaggio anche a chi, come me, è ormai da anni abituato alla fruizione in lingua originale delle opere e dei prodotti audiovisivi (ma forse anche il più agguerrito e fanatico crociato anti-doppiaggio riuscirebbe a farsi tentare). Si può apprezzare l'auto-ironia dell'attore, come anche la breve caricatura realizzata da Clooney verso il finale, però questo non basta a rendere autenticamente simpatica la sua presenza nel film, soprattutto perché non gli viene affidato un cameo breve ma bensì una delle parti più estese (forse la più lunga subito dopo quella di Juni) con tanto di sdoppiamenti vari. Se magari diretto come si deve e/o inserito in un film già di suo interessante, buono se non addirittura ottimo, qualche interpretazione di Stallone può anche riuscire a risultare accettabile, ma in questo film rappresenta soltanto l'elemento che affossa definitivamente il risultato.
Quindi, "Spy Kids 3-D" è, intanto il film meno riuscito della saga (ma mi manca il 4° capitolo), ed è anche il lavoro più scadente e meno difendibile di Rodriguez tra quelli da me finora visti. Ed è un vero peccato perché il regista a me spesso piace e anche molto, pur non ritenendolo un Autore con la "A" maiuscola (ma con la "a" minuscola sì, perché comunque possiede uno stile ed una poetica piuttosto personali), ma anche i precedenti "Spy Kids", nella loro evidente inferiorità rispetto ad Opere più "adulte" del cineasta, riuscivano ad essere più interessanti rispetto alle aspettative. Questo capitolo 3D, invece, riesce a deludere le speranze già preventivamente abbassate. Ma in ogni caso, nella sua altalenanza, Rodriguez resta sempre un regista degno di attenzione, e infatti dopo un paio di anni avrebbe diretto (assieme a Frank Miller) quel gioiellino del Cinecomic che è "Sin City".
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