Regia di Dario Argento vedi scheda film
Un'idea sbagliata per un film altrettanto sbagliato. Non c'è trama, non c'è quasi mai suspence (pochissimi, ma neppure preziosi i momenti in cui si avverte) e non c'è neanche l'essenza del vero Dario Argento in tutto questo. La trovata dell'assassino che si gioca delle vite umane durante delle partite di videopoker contro la polizia sarebbe forse originale? Macchè, è più che altro attuale (soprattutto per gli americani) e avrebbe potuto anche funzionare se non fosse stato per la sceneggiatura ridicola che invece di sorreggere il tutto, lo fa affondare. Le succitate e forzate gare di videopoker tra le forze dell'ordine e l'assassino avrebbero dovuto creare tensione terrorizzando e facendosi disprezzare, ma il regista questa volta si muove forse involontariamente verso la strada della comicità rendendo i pericoli frivolezze ed i ricatti e le scommesse del killer un gioco addirittura divertente all'apparenza poichè i pokeristi buoni, quando s'accorgono di vincere, ridono e festeggiano appagati invece che angosciarsi di fronte al loro scabroso approccio con un pazzo scatenato. Tutto è reso al limite del grottesco, dai dialoghi davvero insulsi e sconvenienti, all'epilogo che si rivela di una spanna anche più assurda e stupida rispetto a tutto il resto (mai un rapporto tra carnefice e vittima fu più farsesco di quello dei protagonisti di questa storia, Carlo ed Anna). Decisamente fuori luogo e poco credibile poi in un genere come questo la partecipazione di Stefania Rocca.
Che vergogna, com'è caduto in basso...
La sceneggiatura che più che quella di un thriller sembra quella di un film grottesco che di risate ne strappa pure troppe.
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