Regia di Joseph L. Mankiewicz vedi scheda film
Pellicola alquanto interessante e desolante "Eva contro Eva" di Joseph L. Mankievickz; uscita nel medesimo anno di Viale del Tramonto di Billy Wilder, presenta alcune analogie tematiche di fondo.
Quest' opera non è solo una parabola spietata e amara sull'arrivismo degli esseri umani, ma sopratutto un enorme conflitto tra corpo-voce e scrittura recitativa. Cos'è più importante tra le due cose? Una frase illuminante nel film dice che al pianoforte và ricordato che non è lui a comporre la musica, ma è solo lo strumento che è usato per veicolare essa. Si usa il teatro, ma probabilmente è anche un mettere in scena il conflitto latente che poteva esserci nell'ambiente del cinema tra attori e sceneggiatori... in effetti il pubblico per chi và al cinema? Per le storie o và per gli attori che le interpretano?
Prendere una diva egocentrica come Bette Davis (con piacere finalmente vedo un suo film) è stata una scelta azzeccata per rispondere a tale tesi; in effetti il film amaramente ci mostra come l'enorme potere di questa Margo Channing verso il pubblico, le abbia consentito di stare sulla cresta dell'onda per svariati anni, ma alla fine il suo voler interpretare personaggi giovani nonostante lei abbia 40 anni passati, non è altro che una mera proiezione del proprio ego che vuole surclassare l'essenza dell'arte teatrale. L'immagine più illuminate del film è quando il regista fa' collocare Bette Davis, accanto al cartellone teatrale; la diva che proietta e riflette sé stessa in un alter-ego giovane che può esistere solo sul palcoscenico teatrale.
Margo però nella vita privata può avere comportamenti divistici, ma tiene sempre distinta carriera e il suo vero io (d'altronde è illuminante la sua ritrosia a non volersi sposare perché non riesce a capire se l'uomo è innamorato di lei o della sua rappresentazione teatrale); mentre la sua ammiratrice sfegatata e poi successivamente viscida rivale, Eva Harrington (una Anne Baxter a suo agio in questi ruoli negativi dalla duplice personalità); sembra riuscita nel fare la sua vita un intero palcoscenico. Dietro un'apparenza umile, gentile e cortese, si nasconde un'arrivista pronta a tutto pur di proiettare il proprio ego smisurato sul teatro e avere consensi di pubblico. C'è da dire che è un personaggio abbastanza abietto, perché in lei non c'è nessuna dedizione all'arte della recitazione, ma vi si ritrova un essere squallido che punta a recitare solo con l'obiettivo di vincere premi e basta.
Il finale circolare è emblematico in proposito; un eterno ciclo che si ripete e si ripeterà in futuro e si ripete con tutta probabilità tutt'oggi. Nessuno ne esce vincitore ma sono tutti perdenti dagli attori, agli sceneggiatori sino alla critica; perché si, il personaggio del critico teatrale (interpretato da George Sanders che vincerà come miglior attore non protagonista) è quello che ne esce peggio di tutti. È un essere spregevole che rappresenta appieno tutto ciò che non và nella critica ufficiale, fatta da personaggi artefatti e corrotti, che decidono cosa è bello e cosa non lo è, in base a considerazioni basate su tornaconti personali. In sostanza i critici migliori siamo noi stessi visto che siamo in mano tutt'oggi a critici del genere, perché ricordatevi sempre che tutto è relativo in campo artistico.
È un capolavoro non assoluto probabilmente, ma che all'epoca vinse molti premi oscar (tra cui miglior film e regia), anche se a-posteriori avrebbe meritato maggiormente il film di Wilder, anche se la scelta era veramente ardua. Negli USA ne hanno grande ammirazione tutt'oggi e Bette Davis ha ottenuto un personaggio che rappresentasse tutta la sua essenza di attrice, una donna che sullo schermo del cinema è pura potenza.
Invece in Europa solo di recente qualcuno comincia ad ammetterne la grandezza effettiva di quest'opera, ciò è dovuto al fatto che gli ignoranti critici dei Cahiers du cinema pensavano ad esaltare ogni film di Hitchcock (anche robetta come Caccia al Ladro per esempio) e dei vari loro pupilli, per poi grossolanamente liquidare un film di tale portata perché "carente nell'aspetto visivo" (c'è poi un solo modo di fare cinema?). Chissa' l'individuo che disse tale frase sarebbe stato capace di fare um film del genere... perché poi c'è da dire che Eva contro Eva tutto è, tranne che sciatto nella messa in scena, inoltre vorrei aggiungere che il regista ha posto il conflitto tra attori e sceneggiatura, cosa che evidentemente ha fatto alterare i critici francesi dell'epoca che davano considerazione al solo lavoro del regista e non di chi gravitava intorno a tale figura. Al giorno d'oggi non tanto questo film specifico (che è ottimamente considerato da tutti), ma un po' di film di Joseph L Mankievickz, credo vadano rigiudicati in toto perché vittima del fraintendimento della critica francese dell'epoca. Concludendo, per i fan della Monroe si segnala un piccolo ruolo di aspirante attrice da parte della futura star... si il solito ruolo di oca bionda, ma zitta zitta intanto fa' esperienza (accanto a Bette Davis qualcosa impari) e mette in cascina un altro capolavoro nel suo curriculum filmico... attrice esaltata sin troppo, ma le pellicole le sapeva scegliere bene... infatti nel privato era tutto tranne che una donna stupida.
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