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Eva contro Eva

Regia di Joseph L. Mankiewicz vedi scheda film

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La recensione su Eva contro Eva

di Fabelman
10 stelle

Tra le migliori espressioni del cinema hollywoodiano di ogni tempo; vero e proprio modello di scrittura a cui dovrebbe ispirarsi ogni sceneggiatore. Il confronto di una donna contro un’altra e contro se stessa, per quella che si era un tempo e non si è più.

12 candidature agli Oscar con 6 statuette ottenute (tra cui miglior film/regista/sceneggiatura non originale) ed una curiosità: è l’unico film ad aver ottenuto 4 candidature per le performance delle proprie attrici, protagoniste e non (Bette Davis, Anne Baxter, Celeste Holm, Thelma Ritter).

D’altronde è una pellicola sulle donne, ben chiarito dal titolo con cui è stato distribuito sul territorio nostrano: “Eva contro Eva” nel senso di “donna vs. donna” (di Eva c’è n’è una sola nella storia, il titolo originale di fatti è “All about Eve”).

È una storia di rivalità al femminile, dove le prospettive vengono ribaltate, e in parte tutti i personaggi coinvolti ne escono sconfitti e logorati. 

Gli eventi si svolgono nel competitivo mondo dello spettacolo, fatto di eccessi, scorrettezze e doppiogiochisti. Ci si concentra sulla difficile gestione della fase del declino di una star affermata; gestire la propria età e il nuovo che avanza è una battaglia impari, perché è contro il tempo, avanza inesorabile, non puoi farci a pugni. La dirompente ascesa giovanile si fatica ad accogliere e ad accompagnare, privandosi dell’opportunità di farsi anche accompagnare nella nuova fase matura della propria carriera, si dimentica o si finge di ignorare che poco tempo fa è stato il proprio turno di scalzare chi l’ha poi preceduto. Questo è il caso dell’attrice Margo Channing, prima donna di Broadway, interpretata da Bette Davis; la Davis è bravissima, ruolo cucito addosso, misurata, mai “teatrale” tanto per restare in tema, eccezionale nella sequenza della sfuriata a teatro nel dopo prove.

Una gioventù, d’altro canto, incapace di entrare in punta di piedi in un ambiente che dovrebbe premiare la meritocrazia, perché ‘influenzati da una società megalomane che ti costringe a competere ad ogni costo’, più o meno così si esprime il regista, oltre che compagno della diva, interpretato da Gary Merrill. Con tali presupposti ecco prevalere l’arrivismo e gli arrivisti, il mezzo per il successo è sciacallare e mendicare su tutti e tutti, pur possedendo realmente talento.

Il personaggio controverso di Eva è affidato alla favolosa Anne Baxter, incantevole e trasformista, pacata e dirompente, tenace e fragile. . .tutti sentimenti che abbracciano l’interno universo (meraviglioso) femminile. (A proposito di donne, da segnalare una giovanissima Marilyn Monroe in una piccola parte, un po’ manierata ma col giusto piglio).

Se il richiamo a “Viale del tramonto” (uscito nello stesso anno, e sconfitto nella serata degli Oscar) è a dir poco scontato (con tanto di scena affine sulle scale, che coincidenza!), al sottoscritto il rimando a “Quarto potere” è stato forte.

Vuoi per la narrazione in flashback frutto di una composizione dei vari punti di vista dei protagonisti, vuoi per lo stile e la brillantezza dei dialoghi, sfavillanti in certi punti. . .l’anello di congiunzione non è certamente Orson Welles, ma l’autore della sceneggiatura (contesa, bella diatriba tra i due) del suo massimo capolavoro, Herman J. Mankiewicz, fratello di Joseph L. Mankiewicz, quì sceneggiatore oltre che regista (che ci sia lo zampino del fratello?!)

“Eva contro Eva” è una delle massime espressioni del cinema hollywoodiano, un esempio di sviluppo della narrazione frutto di una scrittura perfetta. L’unico appunto lo farei ad una regia un po’ monocorde, troppo poco ricercata. 

Per il resto, è un punto di riferimento anche per il cinema odierno in quanto a livello espresso.

Questo è un titolo da conservare e riguardare. . .il grande cinema, a contrario degli attori, non teme la sfida contro il tempo. . .riesce negli anni a mantenere il suo splendore perfettamente intatto.

 

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