Regia di Joseph L. Mankiewicz vedi scheda film
Il teatro che si fa cinema e che diventa anche un magnifico compendio di tutte le invidie, cattiverie e sotterfugi per arrivare al successo, costi quel che costi
Quando finzione e realtà, nella miglior tradizione teatrale, si fondono e si sovrappongono in un continuo rimando tra ciò che è e ciò che sembra, non può non tornare in mente il capolavoro del '51 con una superlativa Bette Davis nella parte di una famosa attrice, presto soppiantata dalla sua segretaria con aspirazioni attoriali tanto forti da non fermarsi davanti a nulla. Girato con continui rimandi a flashback e con un sottile gioco ad incastri, "Eva contro Eva" è l'essenza stessa della "commedia sulla commedia", metafora di un mondo dove si recita sempre una parte, che lo si voglia o meno. E l'arrivismo di Eva, che ritornerà in altre forme in un finale a suo modo paradossale, non sorprende più di tanto in un mondo dove ogni scorrettezza, se svolta con un buonismo cinico e disincantato, viene presto soppiantata da quella dell'ultimo arrivato. Particina per Marlyn Monroe, breve ma intensa e cucita a pennello sul suo sempiterno personaggio di finta tonta ma con le idee ben chiare sugli obiettivi da raggiungere.
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